Van der Poel, talento e classe sulle pietre della Roubaix: «Ma nel velodromo ero senza energie»

Van der Poel
Mathieu Van der Poel sulle pietre della Roubaix (foto: A.S.O./PaulineBallet)
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«Questa edizione della Parigi-Roubaix entra di diritto nella storia». No, non l’ha detto Colbrelli che questa edizione l’ha vinta e può sfogare tutta la sua gioia. Lo ha detto il terzo classificato, Mathieu Van der Poel, che di vittorie sul fango se ne intende e non sa se essere più soddisfatto (era alla sua prima Roubaix della carriera) o deluso per una occasione mancata.

L’olandese potremmo dire che ha corso alla perfezione. Ha attaccato le pietre insidiose e scivolose con il coraggio e l’abilità che solo un ciclocrossista può avere. Ha disegnato le curve come nessun altro, staccando maestri del pavé come Lampaert o Van Aert e andando a riprendere gli attaccanti.

«Sono uscito allo scoperto nella Foresta di Arenberg. Ho allungato e grazie alle mie capacità tecniche sono riuscito a recuperare molto velocemente. Il finale però è stato devastante, avrò preso un gel ogni 5-10 chilometri durante gli ultimi cinquanta. Speravo che anche gli altri fossero al limite…»

Negli ultimi venti chilometri ha provato di tutto ma Sonny e il giovane Vermeersch non ne volevano sapere di staccarsi. Così ha cercato di risparmiare energie per il finale, alternandosi in testa con i suoi due compagni d’avventura. Lo sprint di una Roubaix dopo oltre 250 chilometri è un terno al lotto, può vincere chiunque. Lo ricorda bene Tom Boonen, battuto dal “vecchio” Matthew Hayman mentre stava per regalarsi la quinta Roubaix della carriera.

Ciò che piace di Van der Poel è la grinta e il suo modo di correre sempre all’attacco. Le sue dichiarazioni al termine della Parigi-Roubaix spiegano tutto del carattere di questo corridore, che sa di aver perso da qualcuno semplicemente più forte di lui senza rimpianti. «Se non vinco, voglio morire provandoci. Ho dato tutto sulle pietre, nel finale non sentivo più le gambe, ecco perché non sono riuscito a fare la volata. Il più stanco dei tre ero io».

E ora? La stagione su strada di Van der Poel può considerarsi conclusa. Otto le vittorie tra cui la Strade Bianche, due tappe alla Tirreno-Adriatico, una al Tour de France con tanto di maglia gialla e due al Giro di Svizzera. Si uniscono una frazione all’UAE Tour e l’Antwerp Classic. Non male, ma la testa dell’olandese è già al ciclocross. Appuntamento a dicembre, dopo una pausa di due mesi circa più che meritata, per le prime gare ancora nel fango.