Stagione finita per Ciccone: «Anno difficile, contro la sfortuna non posso fare nulla. Testa al recupero prima di pensare al 2022»

Ciccone
Giulio Ciccone in azione al Giro d'Italia 2020 durante la sesta tappa con arrivo a Matera.
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Anche se lo si poteva immaginare, visto che dall’incidente alla Vuelta di Spagna se ne erano perse le tracce, Giulio Ciccone conferma di aver concluso la stagione 2021. Nessun recupero in extremis per le classiche italiane di fine stagione e il Giro di Lombardia, grande obiettivo del corridore abruzzese visto il percorso perfetto per le sue caratteristiche.

Il medico della squadra Nino Daniele prova a spiegare quanto successo dalla corsa a tappe spagnola a oggi. «La sfortuna di Giulio sta tutta nella dinamica della caduta di gruppo occorsa alla Vuelta. E’ stato tra i primi a rimanere coinvolto e, di conseguenza, è stato tra i più colpiti dal montone di bici e corridori che si sono aggiunti. Il problema più evidente, nell’immediato, è stato il trauma contusivo al ginocchio destro e la ferita profonda, nella parte interna, causata dal dente di una corona, a cui si sono aggiunti altre contusioni, in particolare alla spalla destra. Gli accertamenti svolti in Italia hanno poi evidenziato un trauma distorsivo, con conseguente risentimento a carico del legamento collaterale mediale. Un problema che, di fatto, ha imposto riposo assoluto per quasi tre settimane.

«Da inizio mese Giulio sta affrontando un trattamento fisioterapico per ridurre il trauma e da poco ha iniziato a pedalare senza dolore. Sono segnali incoraggianti che indicano una risoluzione del problema, ma affrettare il recupero per tornare in gara sarebbe un rischio troppo grande. Parliamo di corse impegnative e Giulio non è ancora pronto per sforzi così esigenti. Di comune accordo, squadra e corridore, abbiamo così deciso di chiudere anticipatamente gli impegni agonistici e procedere con un programma di pieno recupero in vista del 2022».

Per Ciccone è l’ennesimo boccone amaro da digerire in una stagione travagliata. I suoi due obiettivi più importanti del 2021, Giro d’Italia e Vuelta a España, sono andati in fumo il primo a causa di una infezione intestinale e il secondo di una caduta.

«Per quest’ultimo guaio, ma in generale per come è andata la stagione, l’aspetto morale e mentale è il più complesse da affrontare. L’ho detto a più riprese: contro la cattiva sorte ci puoi fare poco e rimuginare non serve a niente. Voglio dunque focalizzarmi solo su quello che sarà. Prima di pensare al 2022, il mio obiettivo è ristabilirmi completamente. Ogni giorno, dal mio rientro in Italia, sono concentrato su questo. Prima gli esami e la fisioterapia, ora ho aggiunto la bici. Credo sia il modo migliore per reagire. Conto di completare questa fase prima dell’inizio dell’off season, a novembre.

«Seguirà un lavoro più di testa, di programmazione e analisi, per rimettere insieme i pezzi della stagione conclusa e fissare i traguardi di quella nuova. Sono molto fiducioso sotto questo punto di vista, perchè il lavoro di quest’anno, benchè non sia stato ripagato con vittorie, è stato importante. Ho avuto la conferma di essere cresciuto, di aver fatto passi in avanti ma, soprattutto, di avere ancora margine. Ho compreso meglio i miei punti deboli, sui quali devo lavorare, e quelli di forza, sui quali devo insistere.

«Per preparare il Giro e la Vuelta c’è stato un grande lavoro di squadra, del quale vado orgoglioso e felice. In primis con Josu, il mio preparatore, e poi con lo staff medico. C’è stato un lavoro di analisi e comprensione per capire dove indirizzare la crescita. Questa sarà la mia forza, il mio stimolo più grande. Non sto chiudendo la stagione con, alle spalle, solo performance deludenti. Di questo ne siamo convinti. Sarà il nuovo punto partenza».