Alberto Volpi e la crescita di Colbrelli: «È un corridore diverso. La Roubaix lo ha fatto entrare in un’altra dimensione, ora è nella storia»

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Alberto Volpi, direttore sportivo della Bahrain-Victorious, al Giro d'Italia 2021
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La crescita e la maturazione di Sonny Colbrelli potrà aver sorpreso tanti appassionati di ciclismo, ma non chi lavora con lui da anni e ogni giorno ha avuto modo di vederlo e studiarlo da vicino. Alberto Volpi, direttore sportivo della Bahrain-Victorious, è uno di loro.

Con il passare delle stagioni abbiamo sempre avuto la sensazione che Colbrelli potesse dare qualcosa in più. Gli si chiedeva il salto di qualità e finalmente questo è arrivato, il merito è di chi lo ha fatto crescere con calma, senza caricarlo di troppe pressioni, alimentandolo di responsabilità e ruoli importanti di anno in anno. La Bahrain-Victorious in questo senso ha lavorato con il metodo giusto.

«Chiunque guardando Colbrelli gli anni scorsi ha pensato “questo ragazzo ha un gran motore” – spiega Volpi – Spesso però la forza fisica deve essere unita a quella mentale. Sonny si è liberato da paure, incertezze. Ha preso coraggio, si è confrontato con i migliori ciclisti al mondo gradualmente, seguendo la sua crescita. Ora a 31 anni è nel pieno della sua maturazione ed è un ciclista di livello internazionale. È tra i migliori al mondo».

Forse però neppure lui poteva immaginare un epilogo simile alla Parigi-Roubaix. Il “suo” Sonny che in maglia di campione europeo va ad alzare le braccia al cielo nel velodromo più famoso del mondo dopo una gara leggendaria. La pioggia e il freddo ha sempre esaltato le sue caratteristiche, ma mai un corridore è riuscito a fare questa differenza al debutto sulle pietre del Nord.

«Devo ammettere che non me lo aspettavo – continua Volpi – O meglio, sapevo potesse fare una grandissima gara, ma da qui a vincere una Roubaix ci passa un mondo. Ho parlato con lui dopo il Mondiale, mi ha detto di avere un grande condizione e di aver perso l’attimo con Alaphilippe. Forse avrebbe avuto anche le gambe per seguirlo. È arrivato alla partenza di Compiegne motivato come non mai, lui ci credeva».

È forse proprio questo il salto in avanti più importante che ha fatto Sonny. La consapevolezza di poter lottare con i migliori e di poterli battere, anche se si chiamano Remco Evenepoel, che viene considerato il nuovo Merckx, Van Aert e Van der Poel, il duo dei fenomeni, e molti altri.

«Vincere la Parigi-Roubaix ti cambia – afferma sicuro Volpi – Ora tutti sanno chi è Colbrelli e tutti lo sapranno in futuro. Finché correrà, e fidatevi che uno come lui ha davanti ancora molti anni di carriera, sarà marcato come adesso vengono marcati gli altri fenomeni. È entrato in un’altra dimensione, quella che gli compete di più».

Vedendolo danzare sulle pietre della Roubaix ci si chiede legittimamente come mai Colbrelli non abbia assaggiato l’Inferno del Nord prima dei 31 anni. Lui il pavé l’ha sempre amato, ma mai prima di quest’anno si era cimentato con la corsa.

«Parlare dopo è semplice. Lui si è sempre considerato un corridore da Amstel Gold Race, una corsa che ama e che ha rischiato di vincere. C’è un problema però, per vincere l’Amstel non puoi aver corso la Roubaix. Il pavé ti distrugge, mette a dura prova ossa e muscoli, e non puoi pretendere di andare forte una settimana dopo alla corsa della birra. Tutto qui…»

La stagione di Colbrelli si concluderà giovedì sette ottobre al Gran Piemonte. Poi alcune settimane di riposo per recuperare da una stagione molto intensa e che lo ha visto grande protagonista, prima di prepararsi durante l’inverno per la nuova annata, sempre in maglia Bahrain-Victorious e sempre seguito da Alberto Volpi, uomo di fiducia del quale Sonny non vuole privarsi.