Piccolo Lombardia 2021, intervista all’organizzatore Daniele Fumagalli: «Ogni anno è sempre una sfida stupenda da affrontare»

L'organizzatore del Piccolo Lombardia Daniele Fumagalli, con il microfono in mano, durante la presentazione della corsa. (crediti foto: Dario Riva)
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«Come procede l’organizzazione? Beh, splendidamente direi! C’è sempre qualcosa da sistemare e nulla sembra mai perfetto ma non demordiamo». Sorride Daniele Fumagalli, presidente del Velo Club Oggiono, tono di voce cordiale e felice di essere nel bel mezzo del processo di rifinitura della novantatreesima edizione del Piccolo Lombardia che domani, alle 10, partirà da viale Vittoria in quel di Oggiono, dove ci sarà anche l’arrivo. L’anno scorso la storica manifestazione ha sorriso all’australiano Harry Sweeny, per un podio tutto straniero che ha lasciato con l’amaro in bocca i tifosi nostrani. Ma in un 2021 che sembra nulla possa negare allo sport italiano, la faccenda si prospetta ben diversa: al via ci sarà quel Filippo Baroncini capace di vincere in solitaria i campionati del mondo Under 23 sulle mitiche strade fiamminghe, con l’autorevolezza del purosangue e pronto a sfoggiare nel migliore dei modi la sua maglia iridata.

Fumagalli questa edizione si prospetta decisamente interessante.

«Sì e non posso che esserne lieto. Sono dodici anni ormai che organizzo questa gara e ogni edizione è una storia a sé, una splendida sfida da affrontare con brio e che spinge a tirare fuori il meglio per superarsi. C’è sempre qualcosa da migliorare e da modificare, tutto deve essere perfetto e curato nei minimi dettagli».

Le squadre al via saranno 22, meno rispetto allo scorso anno.

«Già, ma fortunatamente la risposta dei team è stata comunque ottima. Sicuramente alcune squadre hanno scelto di riposare perché c’è chi farà oggi il Giro dell’Emilia, chi è stanco da un calendario molto fitto e reso ancora più intenso dai protocolli anti-Covid che comportano controlli serrati per prevenire il rischio di contagio».

Si aspettava la parteecipazione della nazionale italiana Under 23?

«Sì, quando ci siamo rivolti a Marino Amadori sapevamo che avrebbe onorato la nostra corsa con la presenza della sua nazionale. Si tratta della prima volta che accade in novantatré edizioni e non può che lusingarmi».

Sa già chi farà parte della pattuglia azzurra?

«No ma quel che mi ha anticipato Amadori verrà dato spazio a nuovi ragazzi, alcuni all’esordio. Sarà per loro un’ottima occasione per mettersi in mostra e per fare un degno battesimo con la maglia azzurra».

I corridori dovranno affrontare 169,8 chilometri senza però la salita di Villa Vergano. Che gara si aspetta?

«Dura, ne sono certo. Il Piccolo Lombardia è una delle classiche più prestigiose del calendario e non ci sarà spazio per gli attendismi. La salita di Villa Vergano non verrà affrontata perché in contemporanea si terranno le elezioni amministrative ma il percorso sarà parecchio impegnativo: dopo 121 chilometri ci sarà il Ghisallo poi la discesa del Colle Brianza e, soprattutto, Marconaga di Ello quando mancheranno meno di 6 km alla conclusione. Insomma, il terreno per attaccare non manca e, se le condizioni atmosferiche dovessero essere non buone, la differenza non tarderà ad arrivare».

Quale punto ritiene più adatto per l’azione decisiva?

«Sono vari i momenti in cui chi avrà le gambe potrà cercare di avvantaggiarsi ma, basandomi sullo scorso anno, direi di prestare attenzione alla discesa del Colle Brianza in cui prese vantaggio Harry Sweeny. In quel frangente basta un attimo di distrazione per perdere terreno prezioso difficile da recuperare successivamente».

Per Lei chi è il favorito?

«Direi Filippo Baroncini che ha dimostrato ai mondiali di avere una condizione eccellente. Ma attenzione a possibili soprese: ricordiamoci che nel ciclismo nulla è scritto e tutto può cambiare. Sono i corridori a fare la corsa e tutto dipende dalle loro gambe e dal loro estro».