Occhi vispi, raggianti proprio come il sole di una Sicilia affascinante e seducente che accoglie il suo Giro con la gioia di chi ne comprende il valore sportivo e sociale: Juan Sebastian Molano può guardare con fiducia al futuro e archiviare il suo 2021 con un sorriso ritrovato sulle strade siciliane che gli hanno regalato, nuovamente, l’ebrezza della vittoria. Non una volta soltanto, bensì due, un primo e un secondo tassello di un puzzle che è stato quanto mai lieto completare.
Due sprint magistrali
Molano è uomo di volate, rapido, scaltro nel muoversi in quei momenti frenetici che accompagnano i grandi epiloghi allo sprint. Non conosce il timore, non teme spallate furenti e gomiti che si sfiorano frenetici. Sa che per un velocista l’istante da cogliere è quanto di più importante esista e valuta bene l’occasione per sprigionare la potenza sui pedali.
In questa venticinquesima edizione del Giro di Sicilia il suo marchio di fabbrica risulta netto nella prima tappa, da Avola a Licata, e nella seconda frazione odierna da Selinunte a Mondello. Due giornate combattute, dove non sono mancati i colpi di scena e i coraggiosi pronti a far saltare il banco. Di chi si parla? Del buon Vincenzo Albanese della Eolo-Kometa che ha cercato di arrivare in solitaria sul traguardo di Licata e per poco non riusciva nel suo intento. Peccato che per la sua strada, dopo uno scatto deciso a 1,5 chilometri dalla fine, abbia trovato una Uae Emirates imperiosa e non disposta a lasciare nulla agli avversari, che ha lanciato splendidamente lo sprint del sornione Juan Sebastian che gli ultimi 20 metri ha beffato Albanese che proiettava nella sua mente il gradino più alto del podio e il bacio della Miss mai così bramato.
Sul traguardo di Mondello il saettante Molano ha voluto inscenare uno spettacolo tale e quale a quello del giorno precedente. Gruppo allungatissimo, in testa spunta anche Vincenzo Nibali per tirare la volata a Matteo Moschetti, le ruote veloci del gruppo cercano la posizione migliore consapevoli che è l’alfiere della Uae l’uomo da battere. Un caparbio Filippo Fiorelli della Bardiani Csf Faizanè tenta il colpaccio ma Molano non ci sta, vuole essere l’hombre vertical prima delle asperità a lui indigeste e con una volata corta di 100 metri spazza via dubbi sulla sua supremazia in terra di Sicilia, dove il tempo pare essersi fermato e dove il profumo del mare e della costa inebria chiunque calchi il suo suolo.
Molano guarda la sua maglia rossa dalle striature gialle, la maglia che contraddistingue il leader. Se la coccola un poco, consapevole che domani la perderà perché le grandi montagne non concedono nulla a chi ha la potenza dello sprinter. Eppure non può fare a meno di sorridere: la delusione per la Vuelta di Spagna terminata anzi tempo nella nona tappa, è un ricordo lontano allontanato dal soffio del vento siciliano che per lui profuma di trionfo. Tra meno di ventiquattr’ore il Giro di Sicilia avrà un nuovo uomo al comando, darà gli oneri del vincitore a un altro corridore come è inevitabile. Ma Molano potrà ugualmente sorridere: per lui la Sicilia è terra di rinascita, di nuovi incontri, di gioie fiorite tra una pedalata un’altra, tra l’orgoglio e l’umanità di un ciclismo che sa sempre come sorprendere.












