INCHIESTA / Piol (GF Sportful): «Se le corse giovanili spariscono, perché non dare ai ragazzi la possibilità di partecipare alle gare amatoriali?»

Ivan Piol, uno degli organizzatori storici del panorama amatoriale italiano
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Ivan Piol è uno degli organizzatori storici del panorama amatoriale italiano. La Gran Fondo Sportful è l’evento al quale il suo nome viene associato più spesso, ma allo stesso tempo ce ne sono molti altri. Per questo era necessario conoscere il suo parere sulla polemica che sta infuriando in queste ore e che coinvolge sia il movimento giovanile che quello amatoriale.


Ivan, sei d’accordo con un provvedimento del genere?

Sì, tant’è che all’inizio dell’anno, sotto l’egida Formula Bici, io e altri organizzatori avevamo avanzato una proposta simile. Mi riferisco ad Andrea Agostini della Nove Colli, Claudio Canins della Maratona delle Dolomiti e Beppe Manenti della Gimondi.

In cosa consisteva?

E’ molto semplice: visto che le gare giovanili spariscono, perché non dare ai ragazzi la possibilità di correre altrove? Noi vogliamo soltanto aiutare il movimento, mica affossarlo e snaturarlo. 

Ma è giusto far correre amatori e dilettanti nello stesso gruppo?

Allora, sugli juniores sono scettico per via del chilometraggio. Ma sugli Under 23, perché no? Fare due eventi distinti non è semplice. Penso alla chiusura delle strade: non è che possiamo riaprirle e poi ribloccarle a piacimento. Al massimo far partire gli agonisti con qualche minuto di anticipo per non invitare gli amatori a rincorrerli a perdifiato. Anche per questo dico che ci vuole un’organizzazione seria.

Che non tutti gli eventi amatoriali possono vantare, però.

Ma infatti noi avevamo individuato due o tre grandi appuntamenti che possono permettersi la gestione di un evento simile. Però permettetemi una precisazione: a quel punto sarebbero gli Under 23 ad adattarsi alle regole dei nostri eventi.

Questo cosa comporterebbe?

L’assenza dell’ammiraglia, tanto per fare un esempio. Al massimo potrebbero contare soltanto sulla scorta tecnica, come tutti gli altri partecipanti.

Ma una partecipazione massiccia di Under 23 non rischierebbe di falsare la gara?

Guarda, secondo me darebbe una sana ridimensionata all’ambiente. Secondo me quelle squadre create appositamente per vincere le Gran Fondo, che io continuo a vedere come un problema, sparirebbero. E questo sarebbe un bene.

Quanto influisce l’importanza della visibilità nella vostra proposta?

Direi tanto. Con tutto il rispetto per le gare dilettantistiche, ce ne sono alcune che fanno davvero fatica ad andare avanti o comunque a garantire una certa continuità. E poi penso ai numeri che fa la Sportful, ad esempio: migliaia e migliaia di partecipanti, un evento di cui si parla molto e in più paesi. Per uno sponsor si tratta di pubblicità importante.

Ma questo suggerimento non ti pare una forzatura?

Sinceramente no. Agli eventi amatoriali di altri sport di endurance come lo sci di fondo, ad esempio, partecipano tutti insieme, gli appassionati e i professionisti: perché nel ciclismo non può funzionare nella stessa maniera? Lo sostenevo già vent’anni fa: è un altro tabù da sfatare…