Aru ai saluti: «È arrivato il momento di stare con la famiglia. Il mio ultimo giorno da professionista? Me lo sono goduto al massimo»

Fabio Aru
Fabio Aru, qui insieme a Vincenzo Nibali e Diego Ulissi, alla partenza del Campionato italiano 2021
Tempo di lettura: < 1 minuto

Chissà cos’avrà pensato Fabio Aru quando, tagliando la linea del traguardo di Santiago di Compostela, ha ufficialmente messo fine alla sua carriera da ciclista professionista. «Avrò fatto bene? Avrò fatto male? Ho preso la decisione giusta?». Solo il tempo potrà dare risposte a queste domande.

Per la prima volta dopo tanti anni, il sardo si incammina verso una strada sconosciuta, un inverno diverso senza preparazione e senza obiettivi in testa da raggiungere. Lui però appare felice, il suo grande sorriso non lascia trasparire alcun rimpianto.

«Per ogni corridore arriva il momento di appendere la bicicletta al chiodo. C’è chi smette a 40, chi a 30 e chi a 25. Senti di avere dentro questa sensazione di doverti fermare. Ho fatto il ciclista per ben sedici anni, stando lontano dalla mia famiglia e dovendo salutare la mia terra. Ora voglio restituire qualcosa, voglio godermi il tempo libero passandolo con le persone a me più care.

«In questi ultimi giorni mi sono davvero divertito. Ho ricevuto tante belle parole e non posso che ringraziare tutti coloro che mi hanno pensato. Certo, avrò bisogno di un po’ di giorni per capire cosa succederà dopo, ma mi sono goduto questo ultimo giorno da professionista.

«Aver chiuso la carriera in Spagna ha un significato speciale. Nel 2015 ho realizzato un sogno vincendo la maglia rossa e da quel momento i tifosi iberici mi hanno sempre supportato al massimo. Penso che a loro piaccia il modo in cui corro, sempre all’attacco e dando tutto sulla bicicletta. Un grazie va anche a loro».