Bettini: «Fondriest è l’uomo giusto, vi spiego perché! E il ruolo del commissario tecnico è diverso dal direttore sportivo»

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Paolo Bettini in una foto d'archivio al Giro d'Italia
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Solo chi è stato commissario tecnico può capire le difficoltà di un ruolo tanto importante quanto delicato. Davide Cassani è stato a capo della nazionale italiana per ben sette stagioni e ora è pronto a lasciare il posto a qualcun altro. Paolo Bettini è passato proprio di lì e a quibicisport.it racconta le sue sensazioni sulla vicenda. Può essere Fondriest, persona che il campione olimpico di Atene conosce molto bene, l’uomo giusto per risollevare il ciclismo azzurro dopo anni complicati?

«Conosco bene Maurizio, è una persona preparata, competente e che ormai da molti anni lavora a stretto contatto con i giovani. E’ nelle categorie inferiori che bisogna investire, perché è da lì che nasceranno i campioni del futuro. E Fondriest quel mondo lo conosce bene».

Nelle ore successive alla notizia data dalla Gazzetta dello Sport, in molti hanno visto in Fondriest un uomo con scarsa esperienza da direttore sportivo. Non aver mai guidato una squadra di club può penalizzarlo? Secondo Bettini no…

«Neanche io avevo fatto il direttore sportivo e non mi sono visto penalizzato. Il ruolo del commissario tecnico è diverso da quello del tecnico, bisogna innanzitutto essere selezionatori. Poi è necessario dialogare, parlare, entrare nella testa dei ragazzi e discutere con le squadre di club per il miglior percorso di avvicinamento ai grandi appuntamenti come Olimpiadi e Mondiali. Insomma, è molto diverso, per questo credo che Fondriest possa essere l’uomo giusto».

Riguardo alla decisione della Federazione di sostituire Cassani, Bettini preferisce non sbilanciarsi. «Probabilmente si poteva aspettare la fine della stagione, ma non credo che tutto questo rumore possa creare un clima di incertezza. Tutti sanno che lui guiderà gli azzurri agli Europei e ai Mondiali e gli atleti possono stare tranquilli. Davide inoltre ha lavorato bene in questi anni e resterà nella Federciclismo con un nuovo ruolo. Un uomo come lui serve sempre, perché ha dato molto al ciclismo italiano».