TOKYO 2020 / Scartezzini: «Viviani ha reagito da campione. Come si fa a criticarlo?»

Scartezzini
Michele Scartezzini in una foto d'archivio con la maglia della nazionale italiana.
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Ed è arrivata oggi la seconda medaglia del ciclismo su pista in queste bellissime Olimpiadi di Tokyo 2020. Elia Viviani non è riuscito a difendere l’oro nell’Omnium, ma ha comunque conquistato un bronzo che dopo la prima prova allo Scratch sembrava impossibile da raggiungere.

Con Michele Scartezzini, che su quibicisport.it sta commentando questa intensa settimana sul velodromo di Izu, andiamo ad analizzare la prova di Viviani, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista mentale.

Michele, hai indovinato anche questa volta! Viviani è di bronzo…

«Ormai sono un oracolo (ride ndr.)! Come avevamo detto ieri, l’oro non era affatto scontato in una prova così ricca di variabile e cambi di ritmo. Elia ha dimostrato ancora una volta di essere un campione, di esserci sempre quando il gioco si fa duro. Diciamo che ha azzittito un po’ di persone…»

Cosa vuoi dire?

«Ho letto troppe critiche a Elia. Come si può parlare male di un corridore che ha vinto tappe in tutti i grandi Giri, che ha vinto un oro olimpico e che ha portato il ciclismo a essere lo sport portabandiera ai Giochi?»

Come ti spieghi l’inizio difficile nello scratch?

«Secondo me non ha trovato il ritmo giusto. Le gambe le aveva e lo ha dimostrato nella tempo-race, nell’eliminazione e nella corsa a punti, dove è riuscito a rimontare fino al bronzo. Un po’ di blocco mentale, unito alla difficoltà della prova, lo ha rallentato».

Secondo te Elia è più arrabbiato per aver perso l’argento negli ultimi giri o più felice per il bronzo?

«Più felice per il bronzo, senza alcun dubbio. E’ volato a Tokyo correndo poco in pista negli ultimi anni, con una disciplina che è cambiata moltissimo e da portabandiera e medaglia d’oro in carica. Insomma, non era semplice considerando che altri erano più quotati di lui e l’inizio difficile nello scratch».

E la sua Olimpiade non è finita…

«Esatto, può ancora prendere un’altra medaglia con Consonni nella Madison. Entrambi arriveranno più leggeri di tutti gli avversari, senza nulla da perdere perché il loro compito in queste Olimpiadi l’hanno fatto egregiamente».

Però domani ci sono prima le donne. Che ti aspetti dalla coppia Paternoster-Balsamo?

«Sai, la Madison femminile è una disciplina nuova. Inizialmente si vedevano tanti gravi errori tecnici, mentre nelle ultime uscite ho visto grandi miglioramenti da parte di tutte le nazionali. A mio avviso la sfida sarà molto interessante».

Con chi se la dovranno vedere le nostre due ragazze?

«Le favorite saranno le due olandesi Pieters-Wild, seguite a ruota dalle britanniche Archibald-Kenny e dalle belghe D’Hoore-Kopecky. Poi ci siamo noi, la Danimarca e la Francia. Ma in una disciplina così può succedere di tutto».

Paternoster dentro, Guazzini fuori. Che ne pensi?

«Credo che Dino (Salvoldi ndr.) sappia quello che sta facendo. Conosce le condizioni sia di Letizia sia di Vittoria. Mi fido di lui».