TOKYO 2020 / Bastianelli: «Il debutto ai Giochi? Una soddisfazione enorme»

Grande emozione e soddisfazione per Marta Bastianelli, al debutto ai Giochi Olimpici
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Due giorni prima che iniziasse il Giro Donne, Marta Bastianelli ha ricevuto la telefonata più attesa. Era Dino Salvoldi. «Ho fatto la mia scelta – le ha detto – ti porto a Tokyo».

«Per me e per la mia famiglia – racconta la laziale, 34 anni – è stata una soddisfazione enorme. Sono tredici anni che inseguo questo sogno, ho visto tante sfumature di grigio nel mio percorso, ho visto convocazioni nelle quali io non c’ero, ma ho sempre continuato a lavorare a testa bassa».

La tua non è stata una stagione facile…

«Sì, mi sono trascinata i problemi del 2020 in cui ho avuto la mononucleosi, ma a giugno finalmente ho vinto una tappa al Giro di Svizzera e questo mi ha dato morale e sicuramente a Dino ha dato il segnale che aspettava».

Il Ct azzurro ha detto che ti avrebbe aspettata il più possibile, perché aveva bisogno di un’atleta con le tue caratteristiche.

«Ne abbiamo cominciato a parlare già al mondiale di Harrogate nel 2019. Lui aveva le idee chiare perché aveva visto il percorso di Tokyo. Non voleva fare una squadra solo di scalatrici, puntava a una formazione più completa per avere diverse soluzioni tattiche. Mi ha detto subito che nonostante il percorso fosse impegnativo gli serviva una come me. E in effetti sì, mi ha aspettata e ha continuato a sperare…».

A un certo punto Salvoldi sembrava orientata a portare Elisa Balsamo, prendendola dal gruppo pista.

«E io gli avrei detto: fai bene! E’ giovane, è forte e ha le mie caratteristiche. Fortunatamente per me è arrivata la vittoria e le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto».

C’è stato un lungo ballottaggio con Tatiana Guderzo, tua compagna di squadra all’Alè Btc Ljubljana e anche nelle Fiamme Azzurre: per lei sarebbe stata la quinta Olimpiade. Tatiana non ha nascosto di essere rimasta molto male…

«Non è stata una situazione facile in squadra durante il Giro e mi è dispiaciuto perché è una vita che lavoriamo insieme. Ma non è dipeso da me. So quello che si prova, perché nella mia carriera anch’io sono rimasta esclusa da appuntamenti importanti, mi auguro che con il tempo ci si possa chiarire. Purtroppo la sua reazione non è stata bellissima: io mi sono gestita con professionalità e vado avanti per la mia strada».

Al Giro Donne ti sei piazzata nelle volate e hai provato ad attaccare. Il tuo bilancio?

«Sono soddisfatta, mi è servito per rifinire la condizione. Dovevo fare fatica e ti posso assicurare che fatica ne ho fatta tanta, mi avrebbe fatto piacere vincere una tappa o fare podio, ma avere buone sensazioni è importante e ha il suo valore».

Che cosa significa per te andare a Tokyo?

«Sai, molte persone mi dicevano: ma come, hai vinto tutto, che ti frega delle Olimpiadi? E’ vero che a casa ho tante maglie, ma com’è il detto? C’è sempre 1 per arrivare a 31 e queste Olimpiadi sono il mio 1 che mi fa arrivare a 31».

Marta Bastianelli in azione al Giro Donne, tallonata da Marianne Vos. (Foto: PmgSport/Bettini)

Hai vinto il mondiale a 21 anni, giovanissima, e debutti ai Giochi a 34, praticamente a fine carriera e da mamma. Quanto è cambiata Marta in questi 13 anni?

«Tantissimo, ci sono una miriade di emozioni belle e brutte che mi hanno fatto diventare la donna che sono. E non parlo solo delle vicende sportive. Lo sport per me è importantissimo ma molto di più lo è la mia famiglia».

Come immagini la mattina della gara? Quanta emozione ci sarà in quelle prime pedalate?

«Di emozioni ce ne saranno tante, ma le metterò da parte. Quando partirà la corsa darò tutto per raccogliere il massimo risultato per la squadra».

Le olandesi si possono battere?

«Sono molto forti, complete, sono atlete eccezionali tanto di cappello… Però quando nel pollaio ci sono solo galli è faticoso gestire la gara. Potrebbero vincere tutte e quattro, prendersi il podio completo, come potrebbero non fare nulla perché quel giorno lì qualcosa va storto».

Ha fatto bene Annemiek Van Vleuten a disertare il Giro e puntare tutto sulle Olimpiadi?

«Io ho visto che dal Giro siamo uscite con una grande condizione. Non correre tutto questo tempo è un rischio, ma lei ha fatto la sua scelta ed è molto esperta, sa come allenarsi».

Tutti gli atleti sognano di partecipare alle Olimpiadi. Il tuo sogno com’era?

«Ti dirò, da piccola quando ho iniziato ad andare in bici il mio sogno era vincere il mondiale e ci sono riuscita praticamente subito. Poi, dopo la gravidanza, mi ero fissata con l’Europeo perché volevo tornare a vincere una corsa importante. Ho desiderato il titolo italiano perché è una gara molto particolare in cui ci controlliamo tanto, e ho vestito il tricolore. E adesso le Olimpiadi… Ancora come sogno lo devo inquadrare. Ma è una cosa così grande per un’atleta! Poter vestire la maglia azzurra ai Giochi vale il triplo: farò di tutto per contribuire con la squadra a conquistare un podio».