GIRO D’ITALIA DONNE / Luperini: «La prova di Elisa Longo Borghini? In questo momento non ha una condizione ottimale»

Fabiana Luperini analizza l'andamento della quarta tappa del Giro d'Italia Donne
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Nell’ultima tappa piemontese che arrivava nella provincia di Verbano Cusio Ossola, ci si aspettava il riscatto di Elisa Longo Borghini che correva praticamente in casa. Ma la prova della campionessa d’Italia non è stata esaltante: decima a 2’38” dalla vincitrice, Anna Van der Breggen che dopo quattro frazioni ha messo la maglia in cassaforte. Chiediamo un giudizio a Fabiana Luperini che ci sta accompagnando ogni giorno nella lettura tecnica delle tappe del Giro Donne.

Fabiana Luperini, anche oggi Elisa Longo Borghini, è rimasta al di sotto delle aspettative…

«Evidentemente la tappa di Prato Nevoso non era stata una giornata no, ma Elisa forse in questo momento non ha una condizione ottimale. Mi auguro che sia in fase crescente e non calante, immagino che studierà la situazione con il suo staff, partendo dalle sensazioni provate durante la gara».

Dopo la cronoscalata Elisa ha dichiarato che si sentiva bene ma non “super”, che in questo momento le cose stanno così “e che non c’è molto da dire”.

«A questo punto mi auguro che questa flessione sia momentanea e che lei possa recupare al più presto. La classifica è andata, ma può ancora vincere una bella tappa».

Chi non fa vedere la minima flessione invece è la Van der Breggen: seconda vittoria.

«Ha affondato un altro colpo, così come le sue compagne di squadra. Il fatto è che quando hai una condizione così, ti viene tutto facile e chi sta dietro fa molta più fatica. Per la Sd Worx si prospetta un trionfo e le altre dovranno accontentarsi di qualche “regalo” magari concesso secondo dinamiche e “simpatie” di gruppo».

Le noti positive italiane vengono ancora una volta da una bravissima Marta Cavalli, quinta nella cronoscalata e da Gaia Realini, nona, che ha praticamente fatto registrare lo stesso tempo della Longo Borghini.

«Marta Cavalli è stata molto brava in questi quattro giorni, la Realini l’ho seguita da junior fino a due anni fa e non sembrava così forte, invece ha fatto un tempo notevole: evidentemente è in grande crescita».

Si arrivava a Cascata del Toce e questa località è rimasta nel cuore per quell’ultimo scatto al Giro d’Italia del 2003 da parte di Marco Pantani…

«Sì lo ricordo anche io quell’attacco, perché poi lo scatto di Pantani era “lo scatto di Pantani”: non ce ne sono stati più come lui e chissà se nel futuro ci saranno corridori in grado di dare quelle emozioni».

Con Pantani vi incontravate spesso in nazionale, poi quando hai cominciato a vincere Giri e Tour hanno cominciato a chiamarti la “Pantanina”…

«E ne ero orgogliosa! Essere accostata a Pantani significava che in salita anche io ero tra le migliori. Ai mondiali di Duitama nel 1995 siamo stati in Colombia con la nazionale quasi un mese e quando mi ritirai lui fu il primo a venirmi a consolare. Per me è il ricordo più bello…».