El Gouzi, la rivelazione azzurra del Giro U23: «Amo le salite e al Valle D’Aosta voglio ripetermi»

El Gouzi
Omar El Gouzi, nono nella generale del Giro d'Italia U23
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E’ nelle corse importanti che i talenti vengono fuori, quando la strada comincia a farsi dura e gli avversari sono i migliori al mondo. Ecco perché continuiamo a ribadire che il Giro d’Italia U23 è una istituzione del ciclismo: una corsa a tappe fondamentale per far conoscere i giovani ragazzi a livello internazionale. Omar El Gouzi è uno di questi.

Dopo alcuni anni complicati, fatti di alti e di bassi, Omar è finalmente sbocciato come uno dei corridori italiani più interessanti per il prossimo futuro. Nato a Peschiera del Garda da genitori marocchini, oggi vi parleremo di lui, che ha iniziato ad avvicinarsi al ciclismo quando aveva solo sei anni e guardava dalla finestra un bambino poco più grande di lui che nel cortile del palazzo si allenava con la bicicletta.

«Non solo! Nel mio palazzo abitava anche un allenatore dei giovanissimi. Li guardavo e li ammiravo, così sono andata da mia mamma e ho insistito. Volevo cominciare anche io».

I primi passi nella Ausonia Pescantina, formazione riconosciuta a livello giovanile in Veneto per far crescere i ragazzi dalle prime categorie fino agli Juniores. Poi la Viris al primo anno Under 23 e la Tirol KTM.

«Sono passato a una Continental perché correre con i professionisti mi avrebbe fatto fare molta esperienza. Lì poi c’erano anche altri italiani come Samuele Rivi che ora è professionista. Purtroppo non ho lavorato bene lungo l’inverno quindi ho sofferto parecchio durante la stagione. Mi avrebbero confermato, ma ho deciso di tornare in Italia».

Il ritorno in Italia e la firma con la Iseo Rime Carnevali non è stata certo un passo indietro. Qui El Gouzi è riuscito a ritrovare la gamba, anche in un anno difficile come il 2020, e si è preparato al meglio per un 2021 scoppiettante. Superato il Covid, preso nel mese di gennaio, Omar è stato un crescendo continuo e ora può sognare.

«Il Giro d’Italia è stata la svolta. Sapevo di poter lottare per una top-ten perché avevo lavorato bene. Sono uscito nel finale con le tappe di Andalo (4°) e Nevegal (8°), dimostrando una buona dote di recupero. Ero lì con i migliori quando la strada saliva e il nono posto in classifica generale mi ripaga di tutti gli sforzi».

E anche dopo il Giro, El Gouzi ha dimostrato di avere un’ottima condizione. Settimo al Campionato Italiano, bene tra i professionisti al GP Lugano e al Giro dell’Appennino, e molto bene anche al Giro del Veneto con una terza posizione nella tappa conclusiva che lascia ben sperare.

«Sono davvero felice. Quest’anno ho capito che quando la corsa si fa dura io riesco a stare davanti. Sono uno scalatore ma mi difendo bene anche in pianura, nonostante sia un corridore piuttosto leggero. Voglio continuare di questo passo, ecco perché sono a Livigno a lavorare per i prossimi appuntamenti».

Ora lo aspetta il Giro della Valle D’Aosta, corsa durissima dove Omar proverà a fare classifica. E’ al quarto anno tra gli Under 23 e non nasconde di voler passare professionista al termine della stagione.

«Ci spero, credo di avere la maturità giusta per il grande salto. Se ho già delle offerte? Al momento non ho parlato con nessuno, ma qualcosa si sta muovendo».