GIRO D’ITALIA DONNE / Luperini: «La mancata maglia rosa della Longo Borghini? Un regalo alla sua gregaria, ma domani se la prenderà»

Luperini
Il commento di Fabiana Luperini sulla prima tappa del Giro d'Italia Donne 2021
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La 32ª edizione del Giro d’Italia Donne è cominciata nello stesso modo in cui era partita lo scorso anno: vittoria della Trek-Segafredo nella cronosquadre di apertura. Solo che nel Giro 2020 la prima a indossare la maglia rosa fu la nostra Elisa Longo Borghini

Ne parliamo con Fabiana Luperini che di maglie rosa se ne intende: cinque Giri d’Italia vinti – record assoluto – quattro consecutivamente dal 1995 al 1998 (facendo doppietta con il Tour nel 1995, 1996 e 1997) e il quinto nel 2008, a distanza di dieci anni.

Allora, Fabiana, ci aspettavamo la maglia sulle spalle della nostra Elisa Longo Borghini, invece ha tagliato il traguardo per prima l’americana Ruth Winder. Un errore?

«Forse c’è stata un po’ di scaramanzia per come è andata lo scorso anno… La butto lì, ma so che la ragazza che ha preso la maglia rosa è una delle sue gregarie più fidate e ci sta che una capitana faccia un gesto del genere: anche io l’avrei ceduta volentieri dopo un crono». 

Allora non è stato un mezzo pasticcio…

«Non penso, lo vedo più come un regalo e comunque non cambia niente, la tappa di domani metterà tutto a posto».

Seconda frazione e subito l’arrivo in salita a Prato Nevoso.

«E’ un inizio di Giro un po’ inedito, particolare: di solito ci sono delle tappe di assestamento. Qui non ci sono giorni di rodaggio: devi essere subito reattiva e il fatto che il primo arrivo in salita sia  dopo una cronosquadre ha il suo peso: a qualche scalatrice questa crono rimarrà nelle gambe».  

Dunque classifica già delineata…

«Sarà subito un bel banco di prova: bisogna vincere o arrivare davanti. Capiremo soprattutto chi il Giro non lo vincerà: chi si stacca domani prende una bella botta anche moralmente: se dopo due giorni ti trovi a due minuti non è che sia il massimo…». 

Torniamo alla cronosquadre. La Sd Worx di Anna Van der Breggen, si è presa la piazza d’onore a 8 secondi: è l’olandese la super favorita di questo Giro?

«Io credo proprio di sì. Ha già detto che a fine stagione chiuderà la carriera e quest’anno cercherà di vincere tutto». 

La sorpresa è stato il terzo posto dell’Alè Btc Ljubljana di Marta Bastianelli e Tatiana Guderzo che hanno chiuso a 40 secondi…

«Sì, è stata la nota più particolare: forse è la migliore cronosquadre fatta dalla squadra da sempre. Marta e Tatiana sentono le Olimpiadi, c’è aria di ballottaggio…»

A proposito di Olimpiadi ci sono due grandi assenti: Annemiek Van Vleuten e Katarzyna Niewiadoma che hanno preferito prepararsi senza gareggiare. 

«Secondo me la Van Vleuten ha fatto bene: ha 38 anni, a Rio è cascata, nella sua carriera manca solo l’oro olimpico. Diverso il discorso per la Niewiadoma: il Giro non l’ha mai vinto e le Olimpiadi probabilmente non le vincerà: fossi stata in lei avrei puntato tutto sul Giro».