
Vincenzo Nibali è pronto per il nono Tour de France della sua carriera. Nel 2008, anno del suo debutto alla Grande Boucle, lo Squalo riuscì a indossare anche la maglia bianca di miglior giovane. Quella maglia diventata gialla con un trionfo memorabile nel 2014. Da domani Nibali sarà un cacciatore di tappe in Francia, dove nel 2019 conquistò una vittoria bellissima nella ventesima tappa da Albertville a Val Thorens. Ecco le sensazioni del campione siciliano alla vigilia della partenza, su quibicisport.
Nibali, al Tour de France per la squadra e per conquistare Tokyo
Vincenzo Nibali parte per il Tour e rievoca, in versione amarcord, tanti momenti del passato: «Ho bellissimi ricordi del Tour 2008, che partì sempre dalla Bretagna. Fu il mio primo Tour e riuscii a vestire anche la maglia bianca. Quell’esperienza fu memorabile. Ricordo perfettamente l’emozione dell’ultima tappa a Parigi, bellissimo Dopo il Giro ho pensato a recuperare, benché il tempo sia passato veloce prima di ripartire per il Tour. Ho speso le ultime settimane per lavorare sulla condizione ed essere pronto fin da subito per il Tour. Il problema al polso è definitivamente superato».
L’obiettivo del messinese saranno le tappe e contribuire al lavoro della Trek-Segafredo: «Sono qui per puntare alle tappe insieme ad una squadra molto forte. Pedersen, Stuyven e poi io e Bauke per le salite. Non farò mancare il mio supporto alle ambizioni di squadra, anche nelle volate ovviamente. Per le prime tappe credo ci saranno tanti competitors capaci di vincere. Van der Poel è sicuramente uno dei più forti. È un corridore incredibile ed reduce da due vittorie super al Tour de Suisse. Vedremo delle belle sfide. Per la classifica generale, il mio favorito è Pogacar».
L’idea Tokyo è nella testa e nel cuore di Nibali: «Non so ancora come si concluderà il mio Tour, se anticipatamente rispetto a Parigi, perchè tutto dipenderà da Tokyo. Nel caso in cui arrivasse la convocazione, potremmo valutare di interrompere prima il Tour per volare in Giappone. Il progetto di Tokyo è iniziato già da qualche anno. Chiaramente per me essere chiamato e poter supportare la causa azzurra sarebbe molto importante, un onore. Dopo il Giro sono riuscito a recuperare e già dimostrare una buona condizione ai Campionati Italiani. Come detto, sono qui al Tour non per fare classifica ma per puntare alle tappe. Il Tour per me è un investimento anche in vista delle Olimpiadi. Poi, quando sarà il momento, mi confronterò con Cassani e capiremo la sua decisione per Tokyo».
Sarà la strada il giudice supremo sul resto della stagione: «Capiremo le mie opportunità per andare a caccia di tappe giorno dopo giorno, step by step. Se la condizione mi assiste, nella mia testa c’è la volontà di provarci già nelle prime tappe. Dal Giro non ho praticamente corso, ad eccezione del campionato italiano. Io stesso ho bisogno di avere qualche riscontro, di confrontarmi con il resto del gruppo. Da lì potrò tarare meglio i miei obiettivi, se aspettare le montagne o provarci fin da subito. L’obiettivo è centrare qualche fuga importante o cercare l’azione nel finale delle tappe».











