GIRO D’ITALIA U23 / Da Pietrobon a Baroncini, dalla corsa rosa i primi segnali in vista dell’Avenir

Filippo Baroncini in azione al Giro d'Italia Under 23 (foto: Press Office Giro d'Italia U23)
Tempo di lettura: 2 minuti

Al Tour de l’Avenir, in programma dal 13 al 22 agosto, manca meno di quel che sembra. Marino Amadori, al Giro d’Italia U23 al seguito della Rappresentativa Interregionale, lo sa meglio di chiunque altro e infatti ha già cominciato a pensarci.

I sei uomini che andranno in Francia avranno un compito arduo: mettere in difficoltà Ayuso, ad ora il favorito principale. A chi sta pensando Amadori, allora? A Zana, innanzitutto, fresco vincitore della Coppa della Pace. Anche se professionista con la Bardiani, è ancora in età per partecipare. «E poi – dice Amadori – lo stesso Bernal lo vinse che era già con l’Androni. Scandalizzarsi da questo punto di vista non ha molto senso».

Zana non sarebbe il solo professionista che Amadori vorrebbe portare: c’è anche Fancellu della Eolo che lo intriga, anche se per il momento sembra aver sofferto il salto di categoria.

Tutti gli altri corridori ai quali Amadori sta pensando sono al Giro. «Frigo e Pietrobon – dice il commissario tecnico – hanno avuto diversi acciacchi, ma rimangono molto validi. Mi aspettavo di più, invece, da Zambanini: non vorrei che le sirene del World Tour lo stiano distraendo…».

Essendo la seconda tappa una cronosquadre di 27 chilometri, tuttavia, Amadori non può pensare soltanto agli scalatori. Per questo ritornano i nomi di due Qhubeka, Coati e Puppio, non brillanti al Giro poiché frenati da un paio di cadute nei giorni che precedevano la partenza.

E infine i due Colpack che stanno stupendo di più oltre ad Ayuso, vale a dire Verre e Baroncini. «Non so se passeranno professionisti – incalza Amadori – ma di talento ne hanno davvero tanto. Verre, se non passa, quest’anno potrebbe capire come fare classifica il prossimo. Baroncini è un jolly, potente e veloce, mi torna buono per la cronometro e le volate».

Nessun velocista di ruolo, dunque, come Gazzoli o Colnaghi? Pare di no, Amadori vuole una squadra sì completa ma anche duttile, senza troppe specializzazioni.