Varietà tattica e meno dipendente dal singolo: la Ineos Grenadiers cambia pelle

Ineos
La Ineos-Grenadiers schierata a difesa di Egan Bernal al Giro d'Italia 2021 (foto: LaPresse)
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Anno nuovo e vita nuova. O forse vecchie abitudini riscoperte. Quest’ultima definizione sembra calzare a pennello con il momento della Ineos Grenadiers. La corazzata inglese si è specializzata negli anni nella conquista delle corse a tappe. Il dominio dell’Impero si è esteso dal 2012 al 2019, eccezion fatta per un 2014 vissuto tra mille infortuni e guai. L’anno scorso, il sole ha smesso di splendere sullo squadrone, crollato sotto i colpi della Jumbo-Visma al Tour e salvato al Giro d’Italia grazie alla sorprendente progressione di Tao Geoghegan Hart. In questo 2021, però, sono arrivati alcuni segnali importanti.

Riscossa Ineos

Il primo scossone si è presentato alla Volta ao Catalunya con Adam Yates, neo acquisto nel mercato invernale. Il gemello di Simon ha dominato in salita, regalando spettacolo e una vittoria importante per il morale. Poi ecco Geraint Thomas, impegnato nella sua consueta lotta contro gli imprevisti e la sfortuna: per il gallese vittoria al Giro di Romandia, con una cronometro finale perfetta. Quindi il bersaglio grosso centrato da Egan Bernal al Giro d’Italia, con un dominio quasi inscalfibile del colombiano. Infine, il Giro del Delfinato, conquistato da Richie Porte. Quattro squilli che lasciano intendere una Ineos cambiata.

Ineos verso la rivoluzione?

All’indomani della vittoria dello scorso Giro d’Italia, la corazzata britannica aveva avvertito: basta vecchio stile tattico, più spazio alla fantasia e alle novità. Dopo quasi un decennio, in cui l’uomo di punta era il solo Chris Froome, l’unico capace di vincere in maniera seriale, la Ineos Grenadiers ha cambiato pelle, diventando meno dipendente dal singolo. Oggi, i capitani in squadra sono davvero tanti e questa abbondanza non è vissuta come un punto interrogativo, ma come una ricchezza tattica. Al Tour de France, i grandi favoriti sono altri, da Primoz Roglic a Tadej Pogacar. Ma siamo sicuri che non possa ripetersi lo scenario visto nelle classiche del Nord, con la Deceuninck Quick-Step abilissima a sfruttare la superiorità numerica contro Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel?