
Gioia e stupore. Queste sono state le sensazioni di Alessio Bonelli mentre tagliava per primo il traguardo. A sorpresa, è stato lui, talento classe 2001 della Biesse Arvedi, a imporsi nella terza tappa del Giro d’Italia Under 23. Un successo inatteso alla vigilia della gara, ma arrivato grazie alla determinazione del bresciano, che era entrato nella fuga di giornata. Al termine della frazione, Bonelli ha commentato ai nostri microfoni la sua vittoria.
Alessio, com’è nato questo successo? Merito di una tattica studiata o è stata costruita strada facendo?
«La squadra mi ha convinto ad andare in fuga. Siamo partiti in sette o otto corridori e siamo riusciti a resistere in salita. In volata avevo il vantaggio di poter contare sulla presenza di un altro compagno che mi ha aiutato. Ho tenuto la ruota del più veloce dei corridori rimasti e alla fine ce l’ho fatta».
Alla vigilia della corsa rosa, si aspettava di vincere una tappa?
«Assolutamente no. Sono venuto per aiutare i miei compagni. Abbiamo Carboni che punta alla classifica generale».
Ha qualche punto di riferimento tra i corridori professionisti?
«Mi piace molto Mathieu Van der Poel perché non fa troppi calcoli. Dall’esterno sembra un corridore sempre pronto ad attaccare e a a dare spettacolo».
Un talento speciale anche per la sua multidisciplinarietà.
«Vero, anch’io non faccio solo strada. Pratico pure la pista. Ma tra i pistard non c’è un corridore in cui mi rivedo».
E ora quali sono i prossimi obiettivi?
«Sicuramente proverò ancora qualche azione da lontano, magari per centrare un altro piazzamento. Ovviamente solo dopo aver aiutato i miei compagni. Non sono io il numero uno della squadra».