Giro d’Italia U23 / Ayuso sei forte, ma adesso ce li hai tutti contro

Juan Ayuso festeggia sul podio la maglia rosa del Giro d'Italia U23 (foto: Giro d'Italia U23 Press Office)
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Chi si stupisce per la sua vittoria nella seconda tappa del Giro d’Italia U23, probabilmente non ha ancor ben capito chi sia Juan Ayuso: un talento scintillante e precocissimo che, specialmente quando la strada è in salita, non si fa problemi ad attaccare e a provare a fare il vuoto. L’aveva già fatto a Piva, Belvedere e Giro di Romagna, perché non avrebbe dovuto farlo ieri sulle impegnative rampe della Gallisterna? Tuttavia, se l’azione dello spagnolo trova una parziale giustificazione nel suo piglio battagliero, da un punto di vista tattico potrebbe rivelarsi eccessiva (o eccessivamente frettolosa).

Juan Ayuso formato monstre a Imola, ma il Giro è ancora lungo

Una vittoria è una vittoria, e ieri con Ayuso la Colpack ha riscattato l’errore di valutazione della prima tappa, quando insieme alle altre squadre che hanno uno sprinter si era lasciata sfuggire la fuga regolata poi da Cantoni. Su questo non ci sono dubbi. Come non ci sono dubbi, però, sul fatto che il Giro è ancora molto lungo. Mancano ancora otto tappe, otto giorni consecutivi di corsa senza nessun riposo ad intervallarli. Le salite più arcigne e le giornate più lunghe sono ancora lontane. Siamo sicuri che Ayuso non si sia scoperto troppo peggio?

Giro d’Italia U23: Colpack, quale tattica sullo scacchiere della rosa?

Lui ha fatto sapere che maglia rosa o non maglia rosa gli avversari del Giro d’Italia U23 correrebbero comunque contro di lui, ma tra averla e non averla c’è una bella differenza. Se la rosa ce l’avesse un corridore di un’altra formazione, ad esempio, la Colpack avrebbe trovato quantomeno un’altra alleata per tenere chiusa la corsa. Così, invece, rischia d’essere da sola. La squadra lombarda, forte sulla carta, si è già dimostrata compatta e affidabile anche all’atto pratico. Ma essendo composta soltanto da cinque uomini, come tutte le altre fatta eccezione per la Rappresentativa Interregionale, potrebbe consumarsi alla svelta nell’inseguire le varie fughe che inevitabilmente si verranno a creare. Attacchi nei quali potrebbero inserirsi clienti scomodi, d’altronde il dilettantismo è una categoria matta dove le tattiche lasciano il tempo che trovano.

Non dimentichiamoci, infine, che Ayuso è al primo anno tra gli Under 23. Che abbia già firmato un quinquennale con la Uae-Team Emirates da questo punto di vista conta poco. Rimane un corridore giovanissimo, tanto talentuoso quanto ancora inesperto, che potrebbe aver fatto troppo affidamento sulla propria forza. Ha avversari come Vandenabeele, tanto per nominarne uno, già secondo nel 2020 dietro a Pidcock e undicesimo nell’ultima frazione del Tour of the Alps 2021 corso con i professionisti. Se Ayuso alla lunga dovesse perdere qualche colpo, non ci stupiremmo. Al contrario, se quello di ieri fosse stato soltanto il primo di una serie di splendidi assoli, allora il firmamento del ciclismo potrebbe aver trovato una nuova stella.