Bernal, sei tra i giganti: il più giovane vincitore di Giro e Tour con il double di maglie

Egan Bernal bacia il Trofeo Senza Fine. Il Giro d'Italia 2021 è del colombiano della Ineos Grenadiers (foto: Massimo Paolone/LaPresse)
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Da Zipaquirà, terra di diocesi, miniere e cattedrali di sale al trionfo al Giro d’Italia con sullo sfondo il Duomo di Milano. Brilla il nome di Egan Bernal sull’edizione numero 104 e che firma il quarto double nella storia della Corsa Rosa: maglia rosa+maglia bianca, come era riuscito lo scorso anno al suo compagno di squadra Tao Geoghegan Hart.

Bernal, garra e classe: così il colombiano ha conquistato il Giro e l’Italia

Ikigai, concetto con cui i giapponesi indicano il motivo per cui alla mattina ci alziamo e decidiamo di vivere. Anche quando la vita è dura e piena di sofferenza. Perché è proprio trovando uno scopo più grande di noi e delle nostre difficoltà che riusciamo ad andare avanti. Quanti dubbi c’erano intorno al colombiano della Ineos Grenadiers prima del via? Tanti, forse troppi. Bernal ha dimostrato che il duro lavoro in silenzio paga, che lo ha reso forte e mentalmente pronto anche il periodo di stacco nella sua Colombia tra i bambini e in un contesto familiare e rilassante.

Ha vinto grazie a una squadra fenomenale con molta, anzi moltissima Italia al suo interno: Matteo Tosatto, Dario David Cioni in cabina di regia. Gianni Moscon, Filippo Ganna e Salvatore Puccio scudieri magnifici e infinitamente grandi. Bernal ha dimostrato che si può vincere attaccando e sapendo gestire le difficoltà. È finita l’epoca dei ciclisti iperspecializzati, degli attacchini negli ultimi metri, delle vittorie in volate di gruppo dopo una gara chiusa e senza spunti. Questo Giro ci ha consegnato un vincitore spettacolare, senza dimenticare il supporto monstre di Daniel Martinez.

Maglia rosa+maglia bianca: sì signori, ci è riuscito! Come lui Berzin nel 1994, Quintana nel 2014, e Geoghegan Hart nell’ottobre 2020. Segnale che il Giro è il trampolino di lancio per la nuova era del ciclismo. Un ciclismo in cui, per essere giganti, serve credere nella forza dei propri sogni.