GIRO D’ITALIA / La grinta di Caruso! Ora il siciliano può davvero sognare il podio di Milano

Caruso
Damiano Caruso in azione sulla salita del Passo Giau.
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Non abbiamo più parole per descriverlo perché qualsiasi complimento sarebbe troppo banale. Quello che sta facendo Damiano Caruso in questi giorni al Giro d’Italia è al di sopra di qualsiasi previsione. Probabilmente neanche lui pensava di trovarsi con questo stato di forma e con questa posizione in classifica generale al secondo giorno di riposo. Se glielo avessimo chiesto a Torino prima della cronometro d’apertura, probabilmente Damiano ci avrebbe risposto ridendo. Eppure è andata proprio così.

E’ arrivato al Giro consapevole di doversi mettere a totale disposizione di Mikel Landa. Il basco era il capitano designato della Bahrain-Victorious, ma dopo l’incidente di Cattolica i piani della squadra sono decisamente cambiati. Bisognava inventarsi qualcosa di diverso e Caruso nelle prime tappe si era comportato davvero bene. Pellizotti ha allora pensato di puntare tutto su di lui in classifica generale, lasciando ai suoi compagni la possibilità di andare in fuga e giocarsi una vittoria di tappa. Tattica che fino a questo momento ha funzionato più che bene.

Ma il vero capolavoro Caruso lo ha fatto ieri sul Passo Giau. Bernal, lo sappiamo, ha in mano questo Giro d’Italia e a Cortina lo ha dimostrato pienamente. Però sul Giau dopo il colombiano il migliore è stato proprio Damiano. Non ha seguito l’allungo di Bernal e neppure il contrattacco di Bardet, Ciccone e Carthy. E’ salito del suo passo e li ha rimontati tutti, scollinando a soli 45″ secondi dalla scatenata maglia rosa.

Romain Bardet e Damiano Caruso al traguardo di Cortina d’Ampezzo.

«Mi sentivo bene nell’ultima salita – ha spiegato Caruso – guardavo le facce degli avversari e capivo di essere il più forte dopo Bernal. Seguirlo era impossibile, così mi sono messo a dettare il mio ritmo e piano piano gli altri si sono staccati. E’ stata una giornata molto positiva».

In discesa ha addirittura recuperato 19 secondi, tagliando il traguardo insieme a uno dei grandi specialisti come Romain Bardet. Insomma, ha ampiamente meritato questa seconda posizione provvisoria.

«Proverò a difendere questa seconda posizione con tutte le mie forze. Non sarà facile, ci sono dei ragazzi molto competitivi pronti ad andare all’attacco come Yates, Vlasov, Carthy e anche Ciccone. Questo per me è un nuovo ruolo ma posso giocare sull’esperienza. A quasi 34 anni bisogna sfruttare queste occasioni perché potrebbero non ricapitare mai più».

Bisognerà difendersi dagli attacchi che riceverà nella terza settimana, questo lui lo sa. E sa anche che altre grandi montagne lo aspettano al varco. Lui però resta tranquillo, non si monta la testa e crede nelle proprie qualità. Il podio di Milano è davvero alla sua portata…