Tappa adatta agli attaccanti, troppo dura per i velocisti e troppo facile per gli scalatori. In gruppo si marcano e si annusano, il più forte dei fuggitivi è stato il francese Lafay della Cofidis.
Ma Carboni ha avuto troppa fretta, Beppe.
«Sì, s’è fatto prendere dalla frenesia ed è scattato troppo presto, la parte più dura della salita doveva ancora arrivare. Peccato, per lui si trattava di un’occasione più unica che rara. Non è un novizio e al Giro errori del genere si pagano».
Per Ewan, invece, quarto ritiro su quattro partecipazioni. Una mancanza di rispetto nei confronti della corsa rosa?
«Le altre volte forse sì, oggi però è stato coinvolto in una caduta e potrebbe non aver particolari colpe. Un ritiro volontario lo escludo, lunedì avrebbe potuto vincere ancora. E prima dello Zoncolan c’è anche la volata di gruppo di Verona».
Nulla da segnalare in ottica classifica generale, la rosa a Valter fa comodo a tutti.
«Assolutamente sì, prenderla ora sarebbe controproducente, sarebbero energie sprecate inutilmente. La salita finale era troppo breve per pensare di fare qualche differenza».
Tutto rimandato a domani, la prima grande tappa del Giro d’Italia 2021.
«Per me è la frazione più impegnativa dall’inizio fino allo Zoncolan, può fare più danni di quella degli sterrati in programma mercoledì. Non credo che arrivi la fuga, ma anche se dovesse arrivare i pesci grossi si daranno battaglia».
Chi seguirai con maggiore attenzione?
«Bernal, voglio capire come sta davvero. Se fosse vicino ai livelli del Tour 2019, domani può prendere il comando e ammazzare la corsa. Al suo fianco ha una squadra fortissima».
Chi potrebbe dargli filo da torcere?
«Sicuramente Evenepoel, che aspetto però alla terza settimana. E poi mi auguro che Ciccone abbia buona memoria: domani l’ultimo chilometro e mezzo è in sterrato, proprio come quando al Tour 2019 lui vestì la maglia gialla in cima a La Planche des Belles Filles…».