GIRO D’ITALIA / Fabbro sogna una tappa nel suo Friuli: «Curare la generale? Il prossimo anno»

Fabbro
Matteo Fabbro alla partenza della quarta tappa del Giro d'Italia 2021.
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Siamo rimasti tutti un po’ sorpresi di vedere Matteo Fabbro sprofondare nelle retrovie della classifica generale dopo la tappa di Sestola. Il quinto posto alla Tirreno-Adriatico e i buoni segnali lanciati al Tour of the Alps avevano fatto sognare i tifosi italiani, che mai come quest’anno hanno bisogno di un giovane italiano pronto a lottare per i piani alti del Giro d’Italia 2021.

Niente da fare, Fabbro ha ceduto al primo arrivo in salita accusando un ritardo di oltre dodici minuti dal vincitore Dombrowski. Già ai piedi della salita conclusiva, il corridore della Bora-Hansgrohe aveva perso le ruote del gruppo con Giovanni Aleotti che provava a riportarlo su. Ma cos’è successo? Avrà patito il freddo e la pioggia? Noi lo avevamo sentito alla partenza di Piacenza. Ecco cosa ci aveva detto…

Matteo, sei al tuo secondo Giro d’Italia. Come ci arrivi?

«Sicuramente più pronto mentalmente rispetto alla passata stagione. Nel 2020 ho debuttato al Giro ma sappiamo tutti che è stato un anno particolare. Quest’anno è leggermente diverso perché siamo riusciti a programmare meglio l’appuntamento».

E a livello di condizione?

«Abbastanza bene. Al Tour of the Alps per poco non sono riuscito ad entrare in top-ten, ma sotto questo punto di vista è meglio così. Preferisco arrivare leggermente più indietro di condizione e poi uscire nella seconda parte di Giro, dove arrivano le montagne vere…»

Alla Tirreno sei riuscito sempre a mantenere il passo dei migliori. Pensi che quella corsa ti abbia dato qualcosa in più?

«Sicuramente, anche perché non me lo aspettavo di essere così competitivo. Ricordiamo poi che ero partito come gregario di Konrad. E’ stata una settimana durissima in cui siamo andati davvero a tutta e molti “big” hanno ceduto».

E in questo Giro invece che ruolo hai?

«So che in molti mi vogliono vedere fare classifica, ma non bisogna dimenticarci che noi in squadra abbiamo un corridore come Emanuel Buchmann che è stato capace di chiudere quarto al Tour de France».

Ma non senti di esserti “guadagnato” il ruolo di capitano o di co-capitano?

«Sì e no. Infatti io curerò principalmente le tappe. Da professionista non ho ancora mai vinto e sarebbe un sogno farlo per la prima volta al Giro d’Italia. Penserò principalmente a quello, poi in futuro capiremo se sarò adatto alle tre settimane. Ma un passo alla volta…»

Quindi che Giro ci dobbiamo aspettare da Matteo Fabbro?

«Un Giro all’attacco. Nelle tappe più impegnative proverò a mettermi in mostra per provare a vincere una tappa, magari nel mio Friuli. Poi aiuterò Peter (Sagan n.d.r.) ed Emanuel (Buchmann) quando servirà».

Che rapporto hai con Sagan?

«Un bellissimo rapporto. Lui è sempre scherzoso, non si prende mai sul serio. Con lui è tutto più semplice perché riesce a cambiarti la giornata con due semplici parole. Poi ovviamente quando chiede di mettersi in testa a tirare allora lì il gioco si trasforma in “missione”».