GLI 8 MISTERI DEL GIRO / LANDA Bartoli: «Non deve farsi prendere dalla voglia di strafare. Può vincere la maglia rosa»

Landa
Il quinto degli otto misteri del Giro d'Italia 2021, proposti da Bicisport: è il momento di Mikel Landa (foto: Sunada)
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In queste ultime stagioni sui social network degli appassionati di ciclismo è spopolata una nuova parola, Landismo, che riassume a pieno il modo di correre di uno dei corridori più apprezzati del gruppo. Coraggio e spregiudicatezza, a volte con anche troppa fiducia in se stesso.

Spesso però questo termine veniva accompagnato da un hashtag, #FreeLanda, tradotto come “Landa libero”. Lo scalatore basco infatti solo raramente è riuscito ad avere una squadra tutta dedicata alla sua causa. Molte volte infatti, pur essendo più forte del capitano designato, è stato costretto a seguire gli ordini di scuderia e abbandonare i propri sogni di gloria. E’ successo al Giro 2015 con Aru, al Tour 2017 con Froome e ancora alla Grande Boucle con Quintana e Valverde.

Ora, a 31 anni, ha finalmente l’occasione di guidare uno squadrone come la Bahrain-Victorious con la speranza di ottenere quella maglia rosa che da tanti anni sogna. Riuscirà Landa a spiccare il volo? Lo abbiamo chiesto a Michele Bartoli che nelle passate stagioni lo ha allenato e lo conosce bene. Sentite cosa ci ha risposto…

Michele, il Giro si avvicina e Landa è uno degli attesi protagonisti. Riuscirà finalmente a imporsi?

«Me lo auguro. Negli anni lo ha dimostrato. E’ un atleta solido che quando partecipa è sempre lì con i migliori. Garantisce spettacolo e non manca di prendere in mano la situazione…»

Forse a volte anche troppo, no? Lo abbiamo visto spesso mettere i propri compagni in testa al gruppo e poi saltare…

«E’ vero. Mi fa arrabbiare perché sembra non conoscere il proprio corpo. Gli consiglio di giocare più sulla difensiva nelle prime tappe, seguire e aspettare la terza settimana, decisamente adatta alle sue caratteristiche. Non deve farsi prendere dal panico se perde qualche secondo tra la cronometro di apertura e lo sterrato di Montalcino».

Cosa è mancato a Landa per fare il salto di qualità?

«La fortuna. Cadute, forature e capitani un po’ troppo invadenti lo hanno rallentato. Non si arriva sul podio del Giro per caso. Tanto meno chiudere il Tour de France al quarto posto senza partire come leader della squadra».

Quest’anno sarà capitano, ma questo Bilbao che va così forte un po’ preoccupa?

«No, non credo. Bilbao negli ultimi anni è cresciuto moltissimo. A 31 anni è diventato davvero forte e il secondo posto al Tout of the Alps lo dimostra. Comunque Landa è di un livello superiore e avere un compagno così forte non può che fargli bene».

Quindi credi in Landa in maglia rosa?

«Sì ci credo. Bernal non sappiamo come sta. Evenepoel torna alle corse dopo 9 mesi e Almeida e Yates non danno garanzie nella terza settimana. Lui è lì e secondo me può farcela».