La doppia carriera di De Pretto: «Il ciclocross? Una grande scuola, ma mi sono preso una pausa»

De Pretto
Davide De Pretto della Beltrami Tsa Tre Colli.
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Abbiamo fatto una breve intervista a Davide De Pretto, corridore del Team Beltrami TSA. Davide è veneto, di Piovene Rocchette, e ha iniziato molto presto ad andare in bici, dividendo i suoi impegni anche con il ciclocross. Oggi scopriamo qualcosa di lui e della sua passione verso il ciclismo, chiedendogli anche quanto abbia influito la doppia disciplina nella sua crescita.

Davide, in che modo ti sei avvicinato a questo sport e come ha iniziato ad andare in bici?

«Ho iniziato presto, a 6 anni, nella categoria G1, ho iniziato a correre nella squadra del mio paese, Scuola Ciclismo Piovene Rocchette. Di inverno facevo calcio e d’estate invece ero sempre fermo, così mi sono avvicinato alla bicicletta, grazie anche a mio papà che è appassionato di ciclismo. Ho mantenuto il doppio impegno calcio-ciclismo fino alla categoria G6 quando ho abbandonato il calcio per dedicarmi al ciclocross».

In che modo ti sei appassionato a questa disciplina?

«La mia squadra prevedeva la doppia disciplina, quindi sono stati loro ad indirizzarmi a ciclocross per mantenermi in movimento anche d’inverno. Ho avuto la fortuna di correre sempre per la squadra del mio paese, Scuola Ciclismo Piovene Rocchette, per quanto riguarda il ciclocross. Per quanto riguarda invece le corse su strada sono andato a correre a Schio fino allo scorso anno».

Cosa ti ha portato al Team Beltrami?

«I risultati ottenuti hanno fatto in modo che mi contattassero, ci siamo subito trovati sulla stessa lunghezza d’onda. Essendo poi una squadra Continental ho la possibilità di correre anche con i professionisti, per esempio quest’anno ho debuttato al GP Larciano e alla Coppi e Bartali».

Nonostante il passaggio di categoria riesci comunque a mantenere l’impegno del ciclocross?

«No, ho deciso di prendermi una pausa dallo sterrato per il momento».

Cosa pensi che ti abbia insegnato il ciclocross?

«Sicuramente a guidare la bici e prendere dimestichezza con il mezzo. Poi questo modo di correre, con gare a tutta di un’ora, mi ha fornito una base aerobica importante che mi ha aiutato a sentire meno il salto di categoria». 

A proposito, che differenze hai notato in questa nuova avventura rispetto al passato?

«Gli allenamenti sono molto più completi ed organizzati. Per quanto riguarda la gara invece ho notato un gran tatticismo, i ritmi sono moderati e pacati nella prima parte di corsa ma poi si aumenta sempre più fino ad arrivare agli ultimi 40-50 chilometri dove si va al massimo».

Oltre al ciclismo coltivi altri hobby?

«È difficile trovare tempo per fare altre attività, quando riesco a ricavarmelo però mi piace andare in moto con i miei amici. Passare del tempo con loro mi aiuta a rilassarmi e farmi stare bene. Mi piace studiare, sto per diplomarmi geometra, vorrei continuare con lo studio ma non so bene che università scegliere, forse economia ma ci devo pensare».