L’urlo di Gazzoli: «Ho vinto la corsa che sognavo da bambino, adesso voglio il professionismo»

Gazzoli
Michele Gazzoli, vincitore del GP Liberazione Roma (foto: Rodella)
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Campione europeo tra gli juniores nel 2017, poi il passaggio tra i dilettanti. E poi poco altro. Secondo Rino De Candido, estasiato sul traguardo del Liberazione visto che Gazzoli vinse l’Europeo sotto la sua guida, il ragazzo sbagliò a scegliere squadra.

«Io glielo dissi – racconta De Candidoma cosa ci vai a fare in Spagna nella formazione di Basso e Contador? Calendario esagerato e sbagliato, lui stesso se n’è pentito. È un gran bravo ragazzo, quaggiù avrebbe avuto la fila».

Poi Gazzoli è tornato in Italia, alla Colpack, e piano piano il suo talento è riemerso. Già due belle vittorie lo scorso anno, la Coppa Mobilio e l’Ezio Del Rosso. E adesso il Liberazione, la gara dei sogni vinta grazie ad una volata imperiosa. «All’ultima curva – spiega – ero davanti, le mie doti da pistard sono tornate buone. A quel punto ho detto: ora o mai più, questa è la mia giornata».

E così è stato, anche se Gazzoli non può non riconoscere il grandissimo lavoro della Colpack: erano venuti per vincere con Gazzoli e tornano a casa con un Gazzoli vincente. «Ringrazio tutti non solo per il lavoro di oggi, ma soprattutto per la fiducia che mi hanno sempre dato. Umbri è stato fantastico nel tenere sotto controllo i vari attacchi, non potevo davvero sbagliare oggi».

E adesso? Il professionismo non può più essere una chimera. Se fosse rimasto alla corte di Basso e Contador, probabilmente oggi sarebbe nella Eolo-Kometa. Ma se fosse rimasto in Spagna, oggi non avrebbe vinto il Liberazione. Lo aspetta il professionismo, resta da capire chi se lo aggiudicherà. Se riuscisse a mantenere questo stato di forma, la fila si allungherebbe sensibilmente.