AMARCORD/47 Cala il sipario sul lungo bluff di Lance Armstrong

Tempo di lettura: 2 minuti

Si arriva fino a Marco Pantani, edizione 1998. Poi una larghissima, terribile voragine, un buco nero che ha aspirato la passione e i ricordi di milioni di amanti del ciclismo. Guardare l’albo d’oro del Tour de France dal 1999 al 2005 è ancora oggi un esercizio doloroso e surreale: si possono vedere i piazzati, ma il vincitore è cancellato per sempre.

Il lungo bluff di Lance Armstrong fu scoperto un anno e mezzo dopo il suo definitivo ritiro: il 24 agosto 2012 l’Usada, l’agenzia antidoping statunitense, lo squalificò a vita, passando un colpo di spugna su tutti i suoi risultati dal 1° agosto 1998 in poi. Via i sette Tour e via anche un Giro di Svizzera, due Giri del Delfinato e una manciata di altre vittorie. 

Nel suo comunicato, l’Usada elencò le sostanze utilizzate e fece riferimento a numerose testimonianze e ammissioni dello stesso Armstrong, che del resto aveva già comunicato di non volersi difendere dalle accuse. Di lì a poco, un libro del suo ex compagno di squadra Tyler Hamilton rivelò come il doping nella Us Postal, la squadra che dominò per anni la corsa francese, fosse sistematico. Chi voleva correre il Tour, doveva adeguarsi.

Il 22 ottobre 2012, l’Uci riconobbe le conclusioni dell’agenzia antidoping Usa e confermò la cancellazione di tutte le vittorie ottenute nel periodo finito nel mirino. «FUORI!», titolò Bicisport nel numero di novembre, interpretando l’amarezza e l’indignazione dei suoi lettori.

Lance Armstrong solo al comando, in maglia gialla. Prima di lui, nessuno era riuscito a vincere sette volte il Tour de France. Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain si erano fermati a cinque. Ma dal 2012 l’era del texano è ufficialmente cancellata dall’albo d’oro del Tour.

Il suo nome è scomparso anche dagli annali dei Giochi Olimpici

Nei mesi e negli anni successivi, altre decisioni e rivelazioni avrebbero ulteriormente chiarito i contorni di un caso tristissimo. Il 17 gennaio 2013 il Cio cancellerà Armstrong anche dalla storia delle Olimpiadi, revocando il bronzo conquistato nel 2000, a Sydney.

Nello stesso giorno, l’ex re del Tour renderà una lunga confessione televisiva alla regna dei media statunitensi, Oprah Winfrey, tra ammissioni in serie (domanda: «ti sei dopato in tutte le sette vittorie al Tour?». Risposta secca: «Sì»), pentimenti di maniera e un’inestinguibile e sgradevole patina di cinismo.

Nuove verità scabrose Armstrong le ha raccontate nel maggio 2020, nel corso del cortometraggio “Lance”, andato in onda su Espn. Altre pillole amare per tutti coloro che avevano creduto in lui.