Trentin: «Al Nord perseguitato dalla sfortuna, ma guardo al Brabante e all’Amstel. Caso borracce? Deluso dall’UCI»

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Matteo Trentin al pullman della UAE Team Emirates alla Milano-Sanremo 2021.
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«Non do mai colpa alla sfortuna, ma questa volta devo dirlo: non me n’è andata bene nemmeno una». Con queste poche parole, Matteo Trentin cerca di dare una spiegazione alla sua difficile campagna del Nord. Con il rinvio della Parigi-Roubaix, le classiche del pavé si sono concluse anzitempo e il miglior risultato del corridore della UAE Team Emirates resta un terzo posto alla Gand-Wevelgem alle spalle di Wout Van Aert e Giacomo Nizzolo.

«Quel terzo posto mi fa ancora più arrabbiare perché vuol dire che avevo una buona condizione. Mi è capitato di tutto: cadute, forature e problemi meccanici. A un certo punto ho creduto di avere la nuvola di Fantozzi sopra la testa, non mi sono fatto mancare nulla».

Al Giro delle Fiandre Matteo era nel gruppo degli inseguitori. Non ha risposto immediatamente all’allungo di Van der Poel e Asgreen, ma era lì, a circa quindici secondi dal plotoncino di testa. La gamba era buona, ma purtroppo, proprio quando il ritardo dai primi stava scendendo, ecco l’ennesima foratura che lo taglia fuori dai giochi. Il risultato finale? Un amaro 57° posto a 9 minuti dal vincitore.

«Quando ho forato ho pensato anche di ritirarmi, non ci volevo credere. Mi ricordo di aver pensato: “Ma perché sempre a me?”. Purtroppo poi ho scaricato la rabbia con quella brutta bestemmia ripresa dalle telecamere della regia internazionale. Colgo l’occasione per scusarmi pubblicamente anche con i lettori di Bicisport, non dovevo farlo. E’ mia responsabilità dare il buon esempio».

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Il gruppo della Parigi-Roubaix nel 2019 con in testa Matteo Trentin (foto: A.S.O./PaulineBallet)

Ora però è il tempo di mettere le pietre alle spalle, e speriamo anche la sfortuna. Trentin prima di tornare in Belgio per correre la Freccia del Brabante ha deciso di tornare a casa sua a Monaco, dove lo aspettano moglie e figli. Quale migliore cura della famiglia per ripartire ancora più forte?

«A casa sto ritrovando la serenità, ma ho già tanta voglia di tornare in sella e dimostrare quello che so fare meglio, correre in bicicletta. Dopo il Brabante parteciperò anche all’Amstel Gold Race. Sono due corse che mi piacciono, ho intenzione di correre da protagonista».

Ma questo nuovo percorso dell’Amstel Gold Race piace a Trentin? Ricordiamo che proprio per evitare assembramenti lungo la strada, gli organizzatori hanno deciso che la classica della birra si affronterà su un circuito di 17 chilometri da ripetere dodici volte che comprende Geulhemmerberg, Bemelerberg e Cauberg, più una tredicesima tornata leggermente più corta e priva del Cauberg che porterà sul rettilineo finale.

«Sì ho visto il nuovo percorso, ma non dovrebbe cambiare molto a livello di “fatica”. Il dislivello è lo stesso degli anni precedenti, anzi, senza il Cauberg nel finale potrebbe arrivare un gruppo di corridori abbastanza numeroso. Mi piacerebbe molto migliorare il decimo posto del 2019».

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Matteo Trentin e Davide Formolo al ritiro pre-stagionale della UAE Team Emirates ad Abu Dhabi. foto: UAETeamEmirates/Fizza

Infine non possiamo chiedere a Trentin, che è anche rappresentante dei corridori, un parere su queste nuove regole UCI che stanno facendo tanto discutere. E’ giusto squalificare un atleta che “lancia” una borraccia verso un gruppo di tifosi?

«No, decisamente no! Sono deluso dal comportamento dell’UCI. Ho dedicato molto tempo nel dare input, partecipare ai meeting, far conoscere all’UCI i pareri dei corridori e tante altre cose. Ci è stato detto che consegnare le borracce al pubblico era consentito, eppure Schar è stato squalificato. Sono d’accordo sul limitare il più possibile il lancio di plastiche in natura, ma non vedo perché non si possa regalare una gioia a un bambino a bordo strada. No, così non si fa».