Piccoli, agili e scattanti. Identici, anzi gemelli, nella vita come in bicicletta. Simon e Adam Yates si sono affermati nel ciclismo professionistico a suon di scatti e progressioni in salita. La loro rincorsa è avanzata con tempi e risultati diversi. Curiosamente, infatti, non sono mai riusciti a mostrare il loro massimo potenziale contemporaneamente come accaduto ad altri due fratelli, gli Schleck.
Scatta Adam
Il primo a mostrare le stimmate del potenziale campione è stato Adam. Nel 2015 l’acuto alla Clasica di San Sebastian e, nella stagione seguente, la bella prestazione al Tour de France, chiuso in quarta posizione e con il riconoscimento di miglior giovane della competizione. Nello stesso periodo, il gemello Simon, che pure correva nella stessa squadra, si era aggiudicato una sola tappa alla Vuelta 2016. Insomma, un confronto impietoso.
Risponde Simon
Poi, dal 2018, è cambiato tutto. Entrambi hanno vissuto l’incubo delle grandi beffe: Simon è crollato quando era sicuro di aver vinto il Giro d’Italia, mentre Adam è stato superato clamorosamente alla Tirreno-Adriatico della stagione successiva per meno di un secondo da Primoz Roglic all’ultima tappa. È cambiato il palmares e tutto a favore del primo. Simon, infatti si è preso la rivincita alla Vuelta di Spagna 2018 e l’anno scorso ha sollevato al cielo il Tridente della Corsa dei due mari. Il tutto mentre il gemello incappava spesso in gare poco reddizie.
Ruggito
Il 2021 si è aperto con una novità. Strade divise per i due fratelli Yates: Simon alla BikeExchange, mentre Adam alla Ineos Grenadiers. E i risultati, per ora, parlano a favore di quest’ultimo. Secondo all’UAE Tour e ora leader alla Volta a Catalunya con una prova di forza nella terza tappa, lasciandosi alle spalle nettamente il gemello. Un segnale importante, in famiglia come in squadra. Chissà se il brutto anatroccolo è davvero pronto per cambiare piume, diventando un cigno rigorosamente nero e rosso, come suggerisce la divisa.
