“Why always me?”. Già, perché sempre a me? Se da piccolo avesse continuato con il calcio, Mark Cavendish avrebbe potuto commentare le sue ultime disavventure riprendendo la celebre maglia sfoggiata da Mario Balotelli durante il derby di Manchester nel 2011. Fortunatamente per gli appassionati, il campione dell’Isola di Man fa il ciclista e ha avuto una carriera di successo, anche se ultimamente le cose sembrano andare di male in peggio.
Cavendish ancora giù
Emblematico quanto accaduto mercoledì alla Nokere Koerse, quando Cavendish aveva fiutato l’azione giusta, provando a inserirsi nella fuga vincente. Le gambe non lo hanno sorretto, ma a tagliarlo definitivamente fuori dai giochi ci ha pensato una caduta, l’ennesima degli ultimi tempi. Probabilmente la sfortuna è diventata così abituale accompagnatrice delle gare di Mark da spingerlo a non reagire nemmeno più rabbiosamente. Infatti, ieri, Cavendish si è rialzato con una calma che lasciava intuire sia la consapevolezza di aver perso il treno giusto, sia l’amara constatazione di non riuscire a liberarsi della maledizione.
Quanti guai
Non è la prima volta che “Cannonball” conosce un momento difficile. Nel 2013, per esempio, aveva scoperto di non essere più l’unico missile, battuto spesso da Marcel Kittel. Stavolta è diverso: Cavendish è un corridore acciaccato e con poca fiducia. E forse anche i 36 anni da compiere il 21 maggio iniziano a pesare. Si ha l’impressione, però, che il tempo di Mark si sia quasi fermato alla quarta tappa del Tour 2017, quando si toccò con Peter Sagan e si infortunò gravemente. Da allora una forma mai più ritrovata e tantissime cadute, come alla Milano-Sanremo 2018, quando sbatté contro uno spartitraffico. Per non parlare della malasorte, come in occasione della foratura nei chilometri finali della Clasica de Almeria a inizio 2021.
Ricordo
A proposito di Classicissima, il 21 marzo saranno trascorsi esattamente 12 anni dalla vittoria di Cavendish sul traguardo di Sanremo. Mark conquistò la gara con una volata devastante con cui soffiò il successo a Heinrich Haussler. Sembrava il primo di tanti altri sigilli, ma per vari motivi “Cav” non si è più ripetuto. Chissà se in questo momento di estrema difficoltà, il campione del mondo 2011 ripenserà a quello sprint così potente. Il passato non restituisce nulla, ma magari fornisce uno stimolo per ricercare se stessi. Gli appassionati lo sperano per “Cannonball”, perché le volate senza di lui sono un po’ meno speciali.