Italia, dov’è la vittoria? Due anni senza successi nelle tappe in linea alla Tirreno-Adriatico

Tirreno-Adriatico
Il Santuario della Madonna di Loreto fa da sfondo al colorato gruppo della Tirreno-Adriatico (foto: LaPresse/Marco Alpozzi)
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Domani Filippo Ganna sentirà sicuramente una pressione particolare prima del via della cronometro di San Benedetto del Tronto. Il corridore della Ineos Grenadiers, infatti, dovrà salvare il bilancio dell’Italia nella Tirreno-Adriatico 2021, cancellando un preoccupante zero nella casella delle vittorie. Soffermandosi sull’edizione che va concludendosi, il primo degli azzurri in gara è l’ottimo Matteo Fabbro della Bora Hansgrohe, quinto in classifica generale. Per il resto pochissimi guizzi degli italiani presenti nella Corsa dei due mari.

Digiuno

Non sono arrivati lampi dal duo della Trek Segafredo composto da Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone dopo le belle prove offerte nelle ultime corse. Entrambi sono rimbalzati sulle rampe della salita di Prati di Tivo. Niente da fare nemmeno sul fronte degli sprinters, a causa dei tre tenori Wout Van Aert (Jumbo-Visma), Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) e Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick-Step), che si sono spartiti tutti gli arrivi adatti alle nostre ruote veloci.

Astinenza da vittorie

Cercasi un successo azzurro, dunque, anche perché la mancanza di una tappa firmata da un corridore italiano inizia a protrarsi da troppo tempo. Tralasciando la cronometro e le prodezze di Ganna, infatti, la vittoria in linea di un italiano alla Tirreno-Adriatico manca esattamente da due anni. Il 15 marzo 2019 era stato Elia Viviani a far esultare i tifosi sul traguardo di Foligno. Da lì in poi solamente un lungo elenco di piazzamenti. Un dato che deve far riflettere sul momento attuale del ciclismo nostrano. Non si può parlare di movimento in grave difficoltà: in fondo il campione del mondo a cronometro è pur sempre un azzurro, senza dimenticare il momento favorevole su pista. Diciamo, piuttosto, che le vittorie stanno arrivando prevalentemente da altri ambiti. Probabilmente il vero problema va ricercato altrove, con un’eccessiva dipendenza dai risultati di un simbolo campione, da Nibali allo stesso Ganna. Un trend da invertire il prima possibile.