Van der Poel 10 – Ha fatto quello che voleva, come voleva, dove voleva: in testa aveva questa corsa e se l’è presa nel modo più sontuoso, battendo tutti i migliori senza discussioni. Nei 700 metri finali ha dato 20 secondi a Bernal e ha lasciato Alaphilippe che sembrava fermo. Noi rimaniamo come i suoi rivali: ammirati, e stesi.
Alaphilippe 8 – Collabora con MVDP ma l’impressione è che si tenga qualcosa per il finale: è quando a tirare va l’olandese che il vantaggio sul gruppetto Van Aert sale. E invece sorpresa: l’unico che si è tenuto qualcosa per il gran finale è il campione del mondo di ciclocross.
Bernal 9 – Direte: ma come, Bernal meglio di Alaphilippe? La premessa è che dovremmo dare un voto alto a tutti quelli che hanno condotto la gara in testa. Ma Egan merita qualcosa in più per l’entusiasmo con cui si è buttato in questo calendario italiano. Già a Laigueglia ci aveva fatto capire che la strada è quella giusta, sulle Strade Bianche ci ha addirittura entusiasmato. E’ tornato l’Egan che andava in mountain bike, il ragazzo che sugli sterrati gioca e si diverte. E’ tutto quello che voleva da quest’anno per dimenticare il 2020. E noi siamo lì dietro a fare il tifo.
Gogl 7 – Quando sono rimasti davanti tutti i migliori, l’austriaco era il vaso di coccio fra i vasi di ferro: ma non era lì per caso.
Pogacar 8 – Vale in parte il discorso fatto per Bernal: trovarlo lì davanti in una corsa come questa vale già un lungo applauso. Ha cominciato la stagione come aveva finito quella passata: alla grande. Difficile immaginare dove possa arrivare uno così.
Van Aert 5 – Abbiamo detto che tutti i primi meriterebbero un premio, ma lui è l’eccezione. Perché per curriculum e caratteristiche era il favorito naturale di questa corsa. Pimpante nei primi tratti di sterrato, soprattutto in salita, va in difficoltà a 23 km dalla fine, si stacca, torna, si stacca di nuovo. C’è sempre da imparare: quando si torna sul livello del mare dopo quasi un mese di altura è impossibile essere subito al top, e ugualmente difficile è esserlo alla prima gara su strada dell’anno. Quando arriva al traguardo, il suo gemello diverso van der Poel è lì che festeggia, e questo raddoppia il peso da portare.
Ballerini 7 – Non è che adesso dobbiamo aspettarci che vinca tutte le corse: anche perché qui il capitano era Alaphilippe. Che gli ha recentemente fatto da gregario, e infatti Davide ricambia: oggi doveva fare il lavoro sporco e lo ha fatto. E comunque è il primo italiano al traguardo, diciassettesimo. Ma subito dietro di lui ce n’è un altro.
Rivi 8 – Samuele ha 22 anni, corre con la Eolo, e trova una giornata fantastica. Prima di cominciare con la bici ha giocato a calcio, come van der Poel ed Evenepoel. Da buon trentino sogna di vincere il Tour of the Alps. Lo rivedremo presto.
Strade Bianche S.V. – Non senza voto ma senza parole: già sarebbe sufficiente il paesaggio unico al mondo a fare bene ai nostri cuori feriti da un anno di niente, ma poi questa corsa ci presenta tutti i migliori del mondo là davanti, a battersi per sentirsi i più grandi. All’ultimo chilometro, quando la strada sconnessa ha cominciato a salire lungo la contrada dell’Oca, al diciotto per cento, davanti c’erano uno specialista delle pietre, uno da Ardenne e uno da grandi Giri. Non era un errore, soltanto un’esagerazione. Potremmo dare a questa corsa dieci, trenta e lode, centodieci e anche il bacio accademico, ma se ve la siete persa niente potrebbe rendere la meraviglia che abbiamo avuto davanti agli occhi.