Campagnolo, il significato di #BornBeforeRoads: “Ecco le nostre origini”.

Le radici gravel di Campagnolo.
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Campagnolo è diventata così nota come azienda di componenti da strada di successo – vincendo Grand Tour, classiche e molto altro ancora – che a volte è facile trascurare le radici storiche di un marchio che è letteralmente “nato prima delle strade”. 

Il giovane Tullio Campagnolo gareggiava negli anni ’20. Le bici allora avevano telai a due triangoli e manubri ribassati, e il brivido, il desiderio e la volontà di esibirsi al meglio dei ciclisti produceva la stessa miscela inebriante di adrenalina e orgoglio di oggi, ma alcuni dettagli tecnici che potremmo dare per scontati ora erano molto diversi. 

Vista la geometria delle biciclette del tempo, immaginiamo quest’epoca come l’inizio delle corse su strada, ma erano ancora pochissime le strade asfaltate, così come oggi le conosciamo. La maggior parte delle gare si svolgeva su superfici sterrate, piste non asfaltate e strade bianche. 

Quello che i ciclisti della prima parte del XX secolo avevano sotto le loro gomme era molto simile alle superfici miste che oggi identifichiamo come percorsi gravel. E come noi oggi, i ciclisti dell’epoca avevano bisogno di soluzioni innovative per ottenere vantaggi in termini di prestazioni.

Fu in questa circostanza che Tullio ebbe l’intuizione che portò alla nascita del famoso “sgancio rapido” e, a seguire, a tutto il catalogo delle innovazioni Campagnolo. A quel tempo, il cambio di marcia per affrontare una salita consisteva nel rimuovere la ruota posteriore e girarla per passare da una ruota dentata piccola a una più grande. 

La storia racconta che l’ispirazione arrivò in una gara nel freddo novembre 1927, quando Tullio non poté rimuovere i dadi a farfalla che tenevano la sua ruota posteriore e perse così la gara mentre saliva il passo Croce d’Aune, non molto lontano da Cima Ekar, la casa spirituale del gruppo Ekar

Dopo innumerevoli idee, sperimentazioni, progetti e prototipi, il sistema a sgancio rapido venne brevettato nel febbraio 1930 ed entrò in piena produzione nel 1933. In quell’anno Tullio fondò a Vicenza, nel retrobottega della ferramenta del padre, l’azienda Campagnolo. 

Con le condizioni delle strade che andavano evolvendosi e lo stile delle “corse su strada” che portava i corridori di alto livello a correre su strade più lisce per aumentare la velocità, la tecnologia dovette adeguarsi alle nuove necessità. Campagnolo realizzò allora il primo della sua serie di cambi, un meccanismo innovativo per cambiare marcia senza smontare la ruota posteriore.

Il primo cambio Campagnolo aveva due leve: una per allentare parzialmente la ruota consentendo un piccolo movimento laterale e la seconda leva che spostava la catena da un pignone all’altro. Potrebbe sembrare rudimentale rispetto ai progetti avanzati dei sistemi Ekar e Super Record di oggi, ma fu un enorme balzo in avanti per i ciclisti e i meccanici delle biciclette attorno alla metà del XX secolo. 

Ulteriori sviluppi e perfezionamenti si succedettero in maniera molto rapida, visto che i cambi Campagnolo venivano utilizzati da corridori di altissimo livello che chiedevano sempre di più: il feedback da parte dei professionisti è sempre stato uno dei fondamenti alla base dello sviluppo di nuovi progetti, ai tempi di Tullio come ai giorni nostri. 

Valentino Campagnolo, figlio di Tullio e attuale amministratore delegato dell’azienda, ha detto alla rivista Cyclist a proposito di Tullio: 

Le corse erano nel sangue di Tullio, ma numerosi campioni hanno vinto utilizzando componenti Campagnolo anche durante tutta la vita di Valentino, l’attuale signor Campagnolo. 

Negli anni Quaranta, la leggendaria rivalità tra Fausto Coppi e Gino Bartali stava arrivando al culmine e i gruppi Campagnolo ne furono protagonisti. La vittoria di Bartali al Tour de France, la prima per Campagnolo, arrivò nel 1948 con il cambio Corsa, poi Coppi, dopo essere passato a Campagnolo, conquistò la sua prima vittoria nel 1952 su Gran Sport: il cambio a parallelogramma a doppio cavo di Tullio. 

I progressi tecnologici continuarono e il successo nelle corse si susseguì nel corso dei decenni, con cinque diversi corridori che portarono a cinque vittorie del cambio Gran Sport al Tour negli anni ’50, Jacques Anquetil vinse con il Record negli anni ’60, Eddy Merckx sul Nuovo Record negli anni ’70 e Bernard Hinault sul primo Super Record degli anni ’70 e ’80. 

Dopo la morte di Tullio Campagnolo nel 1983, Valentino assunse la guida dell’azienda. La spinta tecnologica avanzava e così la posizione di dominio nelle competizioni.

Laurent Fignon passò a Campagnolo nel 1984 e arrivò vestito di giallo e in sella al Super Record a Parigi. Fu uno dei cinque corridori Campagnolo a vincere La Grande Boucle negli anni ’80, assieme al suo grande rivale Greg LeMond che scelse Campagnolo prima di vincere l’edizione del 1986 su C-Record. L’americano ottenne la prima delle sorprendenti nove vittorie al Tour di Campagnolo degli anni ’90 – con il grande Miguel Indurain che conquistò le sue incredibili cinque vittorie consecutive tutte su Record e il leggendario Marco Pantani che completò il decennio con la vittoria del 1998 su Record Titanium. 

Dopo che un’altra icona italiana, Vincenzo Nibali, vinse nel 2014 con il gruppo Super Record, l’ennesimo favorito italiano, Fabio Aru, aprì la strada alla nuova generazione, sotto forma di Tadej Pogačar, il giovane sloveno vincitore del Tour de France 2020 su Super Record EPS

Tutti questi gruppi sono stati testati al massimo livello nel corso degli anni, nei Gran Tour, nelle Classiche e in molte altre discipline e tipi di corse. 

La crescita delle gare di gravel, l’irresistibile attrazione delle sfide endurance e le richieste dei ciclisti di oggi di diversificare e abbracciare ogni tipo di disciplina ci hanno fatti tornare al punto di partenza, alle prime innovazioni “fuoristrada” degli anni ’30 e ’40

Il gruppo gravel Campagnolo Ekar di oggi è figlio anche di questo glorioso passato ed è progettato con uno scopo preciso: aiutarti ad estendere i tuoi limiti di esplorazione e prestazioni. 

Questi componenti, creati appositamente per l’all-road, esprimono veramente i nostri valori unici di meticolosa ricerca tecnologica e amore per lo stile, la leggerezza e la totale affidabilità

Abbracciamo ancora una volta l’elegante semplicità dell’ingranaggio singolo, che è stato portato ad un livello superiore con le 13 velocità di Ekar.

www.campagnolo.com