Mollema alza la voce: «In gruppo c’è troppo nervosismo, si lotta anche per un piazzamento»

Mollema Trek Segafredo
Bauke Mollema insieme a Vincenzo Nibali alla Volta ao Algarve 2020 (foto: Instagram/Bauke Mollema)
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Bauke Mollema, dopo la sfortunatissima caduta al Tour de France l’11 settembre 2020 nella tredicesima tappa da Châtel-Guyon a Puy Mary, è tornato a gareggiare nella quattro giorni dell’Etoile de Bessegès. Per un professionista il rientro in gruppo dovrebbe rappresentare un’abitudine, una routine tranquilla che non crea sconquasso. Per l’olandese della Trek Segafredo le sensazioni in Francia sono state un misto di ottimismo per il recupero fisico che procede bene e di negatività per l’atteggiamento di alcuni colleghi durante le fasi salienti delle corse, contraddistinte sempre da un’accesa bagarre per prendere le posizioni di testa, in vista del finale allo sprint: «In questi quattro giorni di gara in Francia ho visto che posso scattare, alzandomi sulla sella, senza problemi. Questo è un buon segnale. Ogni tanto però sento fastidio quando imprimo una forza maggiore sul manubrio e il polso in questo senso dovrà riabituarsi al movimento. Ho ancora una piastra di ferro con le viti nel braccio che verrà rimossa a fine stagione».

Focalizzandosi sull’atmosfera che ha trovato, tornando a pedalare all’interno del plotone, Mollema ha analizzato così quanto emerso all’Etoile de Bessegès: «Ho dovuto abituarmi di nuovo a stare in gruppo. Tutti sono sembrati veramente molto motivati, trattandosi della prima gara. Ma tutti, allo stesso tempo, sono nervosi. I corridori rischiano troppo, motivo per cu sono successe molte cose nell’ultimo periodo. Ho la sensazione che il gruppo sia davvero cambiato. Anche qui abbiamo corso come se fossimo stati al Tour de France. A cinquanta chilometri dal traguardo è già difficile andare davanti. Ogni corridore vuole mettersi in mostra per la sua squadra e per gli sponsor. In precedenza si lottava soprattutto per il primo posto, ora anche per il decimo. I velocisti lasciano andare avanti tutta la loro squadra e così nel finale i rischi si moltiplicano».