La squadra di Merckx continua? Sì, ma con budget ridotto e un appello al mondo del ciclismo

Axel Merckx
Axel Merckx in una foto d'archivio
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In questa stagione i “suoi” talenti hanno fatto il botto. Tao Geoghegan Hart ha vinto il Giro, Almeida è stato in maglia rosa quindici giorni, Guerreiro ha vinto una tappa e ha conquistato la maglia azzurra dei GPM, ma tra i corridori lanciati nel mondo del professionismo di Axel Merckx ci sono anche Narvaez, Dowsett – vincitori di una tappa a testa sempre durante la corsa rosa 2020, Philipsen – vincitore di tappa alla Vuelta – e Ivo Oliveira, protagonista alla Vuelta di diverse fughe e infine giustiziere del nostro Jonathan Milan nella finale dell’inseguimento individuale dell’Europeo su pista disputato a Plovdiv.

Intervistato da un giornale belga, Axel Merckx racconta che la sua squadra, la Hagens Berman Axeon, compagine di matrice americana, nonostante le difficoltà di budget dovrebbe restare nel mondo del ciclismo anche nel 2021. «Mancano ancora trecentomila dollari. Abbiamo inviato il nostro file all’UCI. Cercheremo di sopravvivere per almeno sei mesi in modo da poter offrire qualcosa ai corridori. Ricordo che Patrick Lefevere dice che a volte è più difficile trovare 300.000 euro che 3 milioni. Dopo il successo dei miei ex corridori al Giro, non è cambiato molto per noi. Ho ricevuto molti complimenti, ma niente di concreto. Penso che le elezioni negli Stati Uniti abbiano rallentato i potenziali investitori. Quello che mi ha sorpreso di più è che non ho avuto molti contatti con gli sponsor europei anche se abbiamo molta presenza lì. E poi c’è l’assenza di reazione dal mondo del ciclismo che sorprende anche me. Con tutto quello che sta succedendo, mi sembra che sia il momento di fare pubblicità. Le biciclette sono esaurite ovunque».