Mozzato alla scoperta del pavé: «Fra qualche anno potrò essere davanti a giocarmela»

Luca Mozzato alla vigilia del Fiandre (foto: B&B Hotels Vital Concept/Twitter)
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Neoprofessionista, Luca Mozzato, sembra migliorare corsa dopo corsa e prosegue il suo apprendistato con la maglia della B&B Hotels Vital Concept. In seno alla squadra francese apprezzano molto le caratteristiche di un corridore che, a livello juniores, è stato a tratti l’uomo da battere su tracciati mossi che si chiudevano con volate di gruppo ristretto.

Tra gli Under inizialmente aveva faticato un po’, mentre l’anno scorso, con la maglia della Dimension Data for Qhubeka, vivaio della attuale NTT pro Cycling, a suon di volate in terra di Francia aveva attirato le attenzioni della squadra francese.

E così subito alla prima stagione i “Men in Glaz” come amano farsi chiamare loro, lanciano nella mischia del Fiandre il giovane classe ’98 della provincia di Vicenza che farà così il suo esordio in una classica monumento da neoprofessionista e dalla porta principale, quella che da tutti è considerata come l’Università del ciclismo.

Alla vigilia della corsa, Luca Mozzato ha lasciato un messaggio attraverso i canali social della squadra dove racconta le sue sensazioni su quella che potrà essere la gara di domani, sulla sua esperienza da professionista fino a oggi e sul suo futuro nelle corse del pavé.

«È la mia prima campagna del Belgio e dunque il mio apprendistato continua. Cercherò di restare il più possibile vicino a Jens (Debusschere, il leader della squadra per questa corsa N.d.A.), cercando di aiutarlo il più possibile e ispirandomi a lui sulla strada come già faccio nella vita di tutti i giorni. Ho scoperto i muri più famosi venerdì durante la ricognizione. Sono difficili da scalare, e in corsa sarà ancora diverso e cercherò di fare il meglio possibile. Amo l’atmosfera di queste corse e la loro unicità. Forse tra tre o quattro anni sarà abbastanza forte ed esperto per essere davanti a giocarmela. Quest’anno ho passato molto tempo in Belgio, da solo o insieme a Boeckmans e De Backer, corridori d’esperienza con i quali ho condiviso molto. Mi hanno guidato, aiutato fatto di tutto per mettermi a mio agio. Oggi faccio parte del gruppo, parlo sempre meglio francese e, nonostante le circostanze e il confinamento, ho fatto progressi e ho potuto cogliere le opportunità che mi offrivano».