Pogačar «Resto umile e non festeggio. Obiettivo Mondiale e grandi classiche»

Tadej Pogacar con la sua prima maglia gialla (foto A.S.O./Pauline Ballet)
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Catapultato in una nuova dimensione dopo l’impresa al Tour de France, Tadej Pogačar resta coi piedi per terra e racconta, in un incontro via chat con la stampa, le ore successive alla vittoria della maglia gialla. Lo fa con la solita tranquillità e con le idee sempre ben chiare.

«Non mi rendo ancora conto di quello che ho fatto, di aver vinto il Tour de France, la corsa più grande del mondo. Da bambino sognavo solo di correrla, e ora l’ho vinta: è incredibile. Ci vorrà del tempo per capire quello che ho fatto. La cronoscalata ha ribaltato tutto, ha reso possibile l’impossibile. Partivo con ambizioni da primi cinque posti in classifica, poi volevo difendere il podio e alla fine… Ora devo cercare nuovi obiettivi: difendere il titolo al Tour l’anno prossimo, ma prima c’è un Mondiale da correre e mi piacerebbe vincere anche una monumento. Per questo devo restare umile e concentrato, non mi posso permettere di festeggiare. So che in Slovenia stanno impazzendo tutti, stanno festeggiando, ma io sono qui a Monaco che mi riposo. È difficile con tutti i media che ti cercano, ma le persone vicino a me mi aiutano a mettere tutto in prospettiva e non lasciare che lo stress diventi troppo alto. È iniziata una battaglia tra la nuova e la vecchia generazione che ci farà divertire: Bernal, Remco, io, siamo tutti forti e molto motivati».