TOUR, IL PAGELLONE: Pogacar e Caruso i vincitori, Bernal e Sagan da 4, Aru mistero profondo

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POGACAR: 10 e lode! – Compie il miracolo quando sembra ormai impossibile rovesciare il Tour e invece il giovane fenomeno sloveno riesce nell’impresa di stendere Roglic alla penultima tappa, quella della prova contro il tempo che porta in cima a La Planche des Belles Filles. Pogacar è il più giovane vincitore del Tour de France degli ultimi cento anni e in valigia si porta via non solo la maglia gialla ma anche quella bianca e quella a pois di miglior scalatore della corsa. E in più, come se tutto questo non fosse abbastanza, cattura anche tre successi di tappa vinte con pieno merito e con una squadra non certo paragonabile a quella del suo immediato principale avversario. Insomma è davvero impossibile non dargli il massimo dei voti con tanto di lode! Chapeau Tadej!

ROGLIC: 9 – Azzecca tutto, non sbaglia un colpo, ha dalla sua una squadra fortissima, corre con l’astuzia e la consapevolezza di essere il corridore più forte ma sbaglia i calcoli e commette un solo drammatico errore che gli costa l’intera posta: va in ginocchio nella penultima frazione quando ormai il Tour sembrava in cassaforte. Va alla deriva e il suo connazionale Pogacar lo supera sfilandogli da sotto il naso quello che sarebbe stato, dopo la vittoria della Vuelta dello scorso anno, un altro trionfo di grandissimo prestigio. Roglic esce dal Tour con un secondo posto che agli archivi resterà comunque un ottimo risultato ma è ovvio che per il corridore della Jumbo-Visma sarà per sempre un risultato che non ricorderà volentieri. E’ stato divorato dalla paura di vincere? Sì, probabilmente sì!

PORTE: 8 – Il terzo posto al Tour de France (è la prima volta che Richie sale sul podio di un grande Giro) è il premio alla costanza, alla determinazione e alla voglia di non arrendersi mai neanche alla sfortuna che spesso, spessissimo, lo ha maledettamente frenato. Anche per il corridore della Trek-Segafredo la penultima tappa si è rivelata un successo: ha scavalcato in extremis il colombiano Miguel Angel Lopez entrando di diritto nella storia del Tour. Bravo Richie, dopo tanta sfortuna e tanti tentativi svaniti nel nulla, vederti salire sul podio dei Campi Elisi ci ha fatto davvero molto piacere.

JUMBO-VISMA: 8 – Se avessero vinto il Tour de France avrebbero preso dieci come il loro capitano ma la disfatta di Roglic vissuta nella penultima frazione non può non incidere sul voto finale di una squadra che si è completamente “inchinata” al leader sloveno. Utilizzare Tom Dumoulin come un gregario qualsiasi è stata una scommessa pericolosa che alla fine non ha pagato. Cosa sarebbe successo infatti se il vincitore del Giro d’Italia 2017 avesse corso da capitano al fianco di Roglic? La “tenaglia” dei due capitani avrebbe stanato e fatto saltare anzitempo Pogacar che di uomini al proprio fianco non ne ha praticamente mai avuti? Chissà, chissà…

LANDA: 7 – Nella tappa dei ventagli ad inizio Tour si è fatto sorprendere incassando già un distacco pesante. Poi, nel prosieguo della corsa non è riuscito a recuperare benché la sua squadra, a cominciare da un grandissimo Damiano Caruso, abbia fatto di tutto per sostenerlo e lanciarlo in salita. Mikel ha concluso il Tour al quarto posto e si è detto soddisfatto quanto fiducioso per il futuro: okay Mikel, tutto vero, però anche quest’anno ci hai dato l’idea di non essere ancora pronto a rivestire i gradi del capitano di una squadra che parte per vincere il Tour.

LOPEZ: 6+ – Si è gestito con attenzione ed è uscito alla distanza (a parte la cronoscalata di Belles Filles dove è riuscito in un colpo solo a vanificare tutto) venendo fuori nella terza settimana dove è riuscito anche ad imporsi in una delle tappe più dure della Boucle (quella del Col de la Loze). Per Miguel Angel Lopez era la prima volta al Tour e sebbene abbia accarezzato il sogno di arrivare addirittura terzo (lo era ad appena due giorni dalla fine), il suo sesto posto resta un ottimo risultato in prospettiva futura. Lo scalatore colombiano dell’Astana infatti ha 26 anni e in futuro può puntare benissimo alla vittoria di un grande Giro, a patto però che gli venga costruita al proprio fianco una squadra più competitiva e più strutturata. Caro Vinokourov, datti da fare…

BENNETT: 8 – Passerà alla storia non solo perché ha conquistato la maglia verde di questo spettacolare Tour de France, ma anche (e forse soprattutto) per essere stato il primo ad aver detronizzato Re Sagan, vincitore di questa maglia per ben sette volte negli ultimi otto anni. Il velocista irlandese del team Deceuninck- Quick Step ha vinto due tappe (tra queste anche la volata conclusiva sui Campi Elisi) e ha saputo difendersi alla grande dai ripetuti attacchi sferrati da Sagan e da Trentin che hanno fatto di tutto per staccarlo nelle frazioni più impegnative. E anche per questo il suo successo è stato più che legittimo.

BERNAL: 4 – Era il campione in carica ed era il grande favorito della vigilia ma il mal di schiena lo ha messo in croce e sin dalle prime tappe si è capito che per Egan non sarebbe stato un Tour felice. E infatti, quando sono arrivate le salite vere, lo scalatore colombiano è naufragato tra le onde incassando distacchi pesantissimi che lo hanno costretto a gettare la spugna prima del via della diciassettesima tappa. Una disfatta? Sì, così come quella della sua squadra, l’Ineos-Grenadiers, salvata in calcio d’angolo solo dalla vittoria di una tappa conclusa in parata da Kwiatkwoski e Carapaz.

SAGAN: 4 – Ci ha provato in tutti i modi a vincere quella che sarebbe stata la sua ottava maglia verde del Tour ma più volte, quasi sempre, le gambe non hanno seguito la testa. Tanti piazzamenti, un declassamento e molti tentativi di andare in fuga sfumati nel nulla così come l’ultimo obiettivo dichiarato: vincere a Parigi. Il Tour di Peter è un Tour insufficiente ma dalla sua ha la fortuna di potersi rifare in fretta sulle strade del Giro d’Italia. Occhio però perché non sarà facile e se il tre volte campione del mondo dovesse arrivare “scarico” alla partenza da Palermo, beh allora sì che sarebbero guai seri…

CARUSO: 8 – Ha corso a pieno servizio del suo capitano Mikel Landa eppure Damiano è stato protagonista di un Tour de France magnifico concluso a Parigi al 10º posto grazie ad una rimonta completata nella penultima frazione dove è riuscito a superare Valverde entrando così nella top ten della Boucle. Bravo Damiano, ti meriti pienamente questo prestigioso risultato. Evviva, evviva!

VIVIANI: 4 – Non è mai entrato in partita e non è mai stato protagonista nelle tappe che si sono concluse a ranghi e compatti. No, la stagione di Elia continua ad essere una stagione negativa e a questo punto l’imminente Giro d’Italia casca a pennello perché potrebbe girare il verso di questa annata così buia. Attenzione però perché non ci saranno tante opportunità per i velocisti puri quindi, caro Elia, stai attento e sappi che anche al Giro sarà durissima. A proposito: ma perché la Cofidis non ha portato Fabio Sabatini al Tour? L’assenza dell’ultimo uomo del velocista veronese si è fatta sentire eccome. Non vi pare?

TRENTIN: 6 – Nonostante la caduta rimediata alla Milano-Sanremo gli abbia compromesso gran parte della preparazione in vista del Tour, Matteo ha corso ogni giorno con grinta e determinazione. Il suo obiettivo dichiarato era la maglia verde della classifica a punti e alla fine il terzo posto alle spalle di Bennett e di Sagan è comunque un buon risultato. Certo, da un corridore delle sue qualità ci si poteva aspettare una vittoria di tappa ma non sempre le ciambelle riescono con il buco. Figuriamoci al Tour…

ARU: 3 – Inspiegabile per lui, figuriamoci per noi. Fabio si è ritirato durante la nona tappa ma aveva già dato segnali non certo incoraggianti nelle prime tappe di salita. La sua crisi è un mistero profondo ai limiti dell’indecifrabile. Aiuto!

VAN AERT: 8 – Due successi di tappa e un forte, fortissimo, contributo alla causa della Jumbo-Visma e a quella del suo capitano Primoz Roglic. Il vincitore della Strade Bianche e della Milano-Sanremo mette in valigia due successi di tappa confermandosi un corridore di assoluto livello: nulla da dire Wout, ti meriti un otto pieno!

HIRSCHI: 7 – Il campione del mondo Under 23 a Innsbruck 2018 è stata una delle più belle sorprese di questo Tour. Il giovanissimo corridore svizzero è stato infatti protagonista di una corsa affrontata sempre con grande coraggio e la tappa vinta a Sarran (12ª frazione) ne è stata la conferma. Nonostante il primo sigillo il giovane corridore svizzero ci ha riprovato più volte sfiorando addirittura il bis. Sì, di questo ragazzo ne sentiremo ancora parlare perché ha il talento e la grinta per conquistare traguardi prestigiosi.

ALAPHILIPPE: 6+ – Ha cominciato il Tour in grandissimo spolvero vincendo subito una tappa, la seconda, e prendendosi la maglia gialla poi persa per un banale errore nel giorno della Gap-Privas quando per una borraccia presa a meno di 20 chilometri dal traguardo ha dovuto incassare una penalità di 20 secondi. Il francese della Deceuninck-Quick Step comunque non era lo stesso corridore in grado di stupire lo scorso anno sulle strade del Tour e non è un caso infatti che con l’arrivo delle salite si sia subito staccato. Julian ha comunque continuato a lottare con il suo coraggio e i suoi spettacolari attacchi provando a vincere una seconda tappa che però, ahilui, gli è sempre sfuggita. Merita la sufficienza piena anche perché nell’ultima settimana ci ha dato l’idea di pensare già al mondiale di Imola di domenica prossima. Quindi attenzione, teniamolo teniamolo d’occhio perché Lou-Lou potrebbe tirar fuori dal cilindro un altro coniglio, questa volta iridato…

INEOS-GRENADIERS: 4 – L’impero britannico è caduto, non esiste più. Il verdetto del Tour non ammette repliche e grossi sono stati gli errori commessi del team di Sir Dave Brailsford. Certamente Froome non sarebbe stato nelle condizioni di correre il Tour ma probabilmente su Geraint Thomas si sarebbero dovute fare delle valutazioni diverse. La squadra partiva per difendere la maglia gialla vinta lo scorso anno da Egan Bernal eppure è apparsa scialba e anche sfortunata se pensiamo a Sivakov, caduto più volte sia all’inizio che alla fine della corsa. Il colpo di coda della vittoria in parata di “Kwiato” e Carapaz a La Roche sur Foron non è bastato ha recuperare una Boucle che resta decisamente insufficiente.