Tour de France, le pagelle della 13ª tappa: locomotiva Roglic, Pogacar sa anche soffrire. Quintana, altro che alleanza…

Primoz Roglic, ancora una prova strepitosa in salita. Solo Pogacar ne ha tenuto la ruota.
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DANI MARTINEZ: 10 – Eccolo, il corridore che aspettavano al Tour dopo il trionfo al Giro del Delfinato. Limitato dalla caduta di Nizza, proprio alle prime battute, ci ha messo un po’ a tornare in condizione, ma oggi ha fatto capire che in prospettiva può diventare un grande uomo da gare a tappe. Si carica da solo l’inseguimento a Schachmann, con Kamna alla ruota. E dunque Kamna prova a beffarlo nel finale, prima scattando, poi partendo per primo in volata. Ma in un lungo ed estenuante sprint in salita, Martinez lo prende e lo salta.

POGACAR: 9 – È ancora lui ad accendere le polveri tra gli uomini di classifica. I suoi strappi verso il Puy Mary, su una salita perfida, mandano immediatamente in rosso tutti gli avversari, tranne Roglic. Il quale nell’ultimo chilometro lo mette sulla graticola con un ritmo omicida. Il talento sloveno tira l’anima con i denti e non cede neanche un centimetro. Continua a non avere compagni al fianco, nei momenti più delicati, ma se la cava benissimo da solo.

ROGLIC: 9 – Gli ultimi due chilometri danno la misura della sua mostruosa condizione. Assorbe gli scatti di Pogacar e si mette al comando, stantuffando come una locomotiva. Rapporto agile e frequenza altissima, senza muovere un muscolo della faccia. Gli rimane appeso solo Pogacar, il quale è ormai rivale conclamato, anche se il rapporto tra i due sloveni fuori corsa si mantiene idilliaco.

BERNAL: 5,5 – Quando la tappa è ancora tranquilla fa il mimo in favore di telecamera, come a dire: «sono al gancio». Ma sull’ultima salita, resa durissima dal ritmo dei due sloveni, affonda davvero. Anzi no, alla fine dando fondo a se stesso riesce a perdere soltanto 38″ dai due, il che vuol dire cadere in piedi. E pensare che i suoi compagni si erano discretamente spremuti in testa al gruppo per chilometri, come se dovessero preparare il grande attacco del capitano.

PORTE: 7 – Perde per ritiro il compare Mollema e si gioca il finale di tappa da solo, molto bene peraltro. Quando Roglic e Pogacar mettono in scena il gran finale, lui è l’unico che sembra in grado di saltare sulle loro ruote. Rimane a metà strada ma ha gambe per recitare da protagonista, anche nella terza settimana.

BARDET: 5,5 – Sfortunato, perché cade e deve inseguire. Accusa l’impatto, evidentemente, perché per la prima volta rimane in panne in salita. Tenta di ridurre al minimo la sconfitta e cede due minuti e mezzo a Roglic. Ora è undicesimo, a tre minuti: l’ennesima “speranza francese” che affonda, ma se torna quello visto fino a ieri può rientrare nella Top 10.

MARTIN: 5 – Ancora peggio di Bardet, senza neanche l’attenuante di una caduta. Ottimo sulle salite rapide, va alla deriva sull’ascesa finale, che invece è di quelle cattive. Adesso è 12° a 3’14”, proprio dietro a Bardet.

QUINTANA 4,5 – Ha proposto la grande alleanza colombiana in funzione antislovena, ma oggi non c’era alleanza che lo potesse salvare. È tra i primi a cedere, quando il ritmo in salita si fa frenetico. Avevamo il dubbio se fosse il Quintana migliore o quello vulnerabile degli ultimi tempi. La seconda è quella giusta, a quanto si è visto oggi.