Les jeux sont faits, i giochi sono fatti. L’immagine sul Port dè Bales è emblematica, un quadro per certi versi dai tratti romanticistici: il capitano sofferente, supportato, incoraggiato e accompagnato dai fedeli scudieri della Française des Jeux.
Ancora una volta Thibaut Pinot deve mettere da parte i sogni di gloria e privarsi con anticipo delle ambizioni di correre da protagonista il Tour de France, il suo Tour de France all’inizio della seconda settimana. Pesante come un macigno la caduta rimediata nella giornata inaugurale di Nizza, dove il francese aveva riportato ematomi, escoriazioni e un forte mal di schiena.
Tra blackout e sfortuna: diario di una maledizione
Nella scorsa edizione era stato fatale l’impatto del ginocchio con il manubrio, alle prese con la tappa numero 19 da Saint-Jean-de-Maurienne a Tignes. E riavvolgendo il nastro-thriller dello scalatore originario di Mèlisey, la Dea Bendata ha fatto raramente visita dalle sue parti: ritiro alla Vuelta del 2014 appena all’undicesimo giorno di corsa. Tour 2016 (bronchite quando era 34° della generale a 42’54” dal leader) e 2017 (condizioni fisiche precarie) salutati alla tredicesima e alla diciassettesima tappa. Un déjà vu pazzesco e crudele, in particolare nella gara più sentita dai corridori transalpini.
Con la crisi odierna sui Pirenei, esce di classifica e piuttosto demoralizzato ha dichiarato: «È stata una giornata complicata e forse oggi rappresenta una svolta nella mia carriera. Ho sempre detto che il ciclismo per me è battersi, divertirsi, vincere corse. Al momento le sconfitte sono state davvero troppe». Dovrà riprovarci, ma a questo punto un bell’amuleto nel taschino insieme ai gel, sarà utile per provare a cambiare il finale della storia.












